Mauro Icardi si scusa, verrà multato, ma resta il capitano dell’Inter. E si impegna anche affinché quelle pagine “buttate giù d’istinto” che hanno provocato la bufera “non ci siano più, in modo che nessuno possa sentirsi offeso, tradito e minacciato”. Insomma, l’autobiografiaSempre Avanti” verrà rivista e corretta. Ma nel frattempo è già nelle librerie e le 15mila copie stampate resteranno lì. “Come già accaduto in passato, se un autore ci chiede di modificare qualcosa, siamo ovviamente disponibili a partire dalla ristampa successiva”, spiega a ilfattoquotidiano.it la Sperling&Kupfer, la casa editrice che ha pubblicato l’autobiografia, specificando che al momento non hanno ricevuto alcuna richiesta da parte del giocatore. Secondo quanto riporta Repubblica, Icardi si sarebbe però “impegnato a ritirare il libro dagli scaffali e a ristamparlo a sue spese”. Nel nel frattempo conserva i gradi, come ha di fatto annunciato personalmente nel primo pomeriggio attraverso un post su Instagram: fascia al braccio e post distensivo, con tanto di revisione alcuni minuti dopo. Via il ritratto personale, ecco la foto di squadra. Poi le scuse: “Ho vissuto una parentesi triste della mia storia nerazzurra. Ora è chiusa e abbiamo un solo obiettivo: il bene dell’Inter – sono le parole di Icardi – In futuro cercherò di essere molto più attento, cosa che il mio ruolo nella squadra impone”.

“Un grande caos”, parola di Moratti – La sostanza, però, non cambia: la fascia è salva. Le ultime 48 ore nerazzurre annunciavano burrasca. Non è arrivata, ma i danni restano lo stesso. E alla fine sono soprattutto della società. Perché mentre Icardi ha mantenuto i gradi e la Curva ha ‘mostrato i muscoli’ e in qualche modo vedrà corretto il libro, l’Inter ha dimostrato d’essere incapace di gestire con prontezza l’episodio. La faccenda non è rimasta all’interno di quattro mura, la società è stata costretta a inseguire gli umori della parte più calda della tifoseria, assecondandola anche davanti alle telecamere, salvo dover fare i conti anche con gli altri settori di San Siro, ‘solidali’ con Icardi. Alla fine i dirigenti hanno deciso di lasciare la fascia di capitano al braccio della punta argentina. Quello che resta nel mezzo è sintetizzabile con tre parole, sillabate da Massimo Moratti: “Un grande caos”. Perché domenica, prima della partita, Javier Zanetti aveva apertamente dichiarato la supremazia dei tifosi su Icardi. Una versione più da ex capitano che da vice-presidente. Poi però San Siro si è schierato per tre quarti al fianco dell’argentino, mentre la sola curva sparava ad alzo zero. Dopo la sconfitta, il direttore sportivo Ausilio ha rincarato la dose e annunciato l’incontro poi avvenuto alla Pinetina dopo l’allenamento del lunedì. Si evinceva una decisione clamorosa: via la fascia. Non è accaduto.

Lo striscione sotto casa, indaga la Digos – Anche perché nel frattempo, al rientro di Icardi a casa, un gruppo di ‘tifosi’ si è presentato di fronte al suo condominio per esporre un altro striscione per rispondere alla frase peggiore messa per iscritto dal capitano nella sua autobiografia ‘Sempre avanti’. Ovvero la volontà espresso a caldo dopo il match contro il Sassuolo di ingaggiare cento criminali argentini per ammazzare uno ad uno i cento tifosi che lo avevano contestato. “Noi ci siamo, quando arrivano i tuoi amici argentini ci avvisi o la fai da infame?”, è stata la risposta dei contestatori. Sull’episodio, che secondo alcune fonti avrebbe visto il giocatore costretto a fuggire dal gruppo, indaga la Digos che in mattinata ha acquisito le registrazioni video del condominio. Scene e umiliazioni simili già viste, da Roma a Genova fino al caso molto simile di Storari – che domenica si è ritrovato di fronte proprio Icardi… – privato della fascia dopo le proteste degli ultras a causa di una vecchia storia legata a un rinnovo mancato, a loro avviso, per poche migliaia di euro. In questa escalation di storture e spaccature, completata dalla petizione online lanciata dai tifosi per difendere Icardi, lunedì pomeriggio il capitano ha incontrato i vertici nerazzurri alla Pinetina. Settanta minuti di faccia a faccia, al termine del quale l’argentino ha lasciato l’impianto sportivo senza rilasciare dichiarazioni. Ha parlato tramite Instragram, come già avvenuto domenica in un primo tentativo di riconciliazione: foto con fascia di capitano, poi cambiata. Ma la sostanza resta: i gradi sono suoi.

Tutti contro tutti: la colpa è dei manager – E le parole di Zanetti e di Ausilio? “I tifosi che vengono prima di tutto”, sentenziato dall’ex terzino, e “il regolamento interno ben disciplinato”, evocato dal direttore sportivo, si sono ridotti a una pesante multa. Che non laverà la macchia lasciata dalla gestione del caso. Nessuno tra i vertici aveva letto il libro prima della pubblicazione, oppure quelle pagine sono state sottovalutate? In ogni caso un enorme errore che ha portato una frattura tra Icardi e la Curva, un’altra tra la Curva e il resto dei tifosi e a uno scontro pubblico tra la società e il suo capitano, nonché uomo di maggior impatto sotto il profilo economico. Con il rischio che la crepa torni ad allargarsi, intaccando le prestazioni di Icardi e di conseguenza il suo valore. È accaduto tutto insieme e in un momento molto delicato sotto il profilo sportivo. Mentre la Juventus è già in fuga nel campionato reale, l’Inter dimostra ancora una volta d’essere avanti anni luce in quello dell’autolesionismo. Basti pensare a come si è compresa la fine della vicenda: ore dopo la foto postata dall’attaccante che ha lasciato intendere che sarebbe stato ancora il capitano, il comunicato ufficiale non era ancora stato rilasciato per problemi di traduzione tra l’italiano, il cinese e l’indonesiano. Né Icardi né la Curva Nord hanno vinto totalmente la propria battaglia. A perdere però è stata solo l’Inter.

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