A trascinarlo fuori dall’acqua è stato un poliziotto del commissariato di Ostia libero dal servizio. Stava andando a riprendere il figlio a scuola, quando ha visto il corpo galleggiare nel canale di irrigazione in viale di Campo Salino, nella zona agricola di Maccarese. Lo ha portato a riva. Sul viso del bambino sangue e melma. Ha chiamato i soccorsi e a Fiumicino è atterrata anche l’eliambulanza Pegaso 33, partita dalla base di Viterbo e attrezzata per il recupero di persone in zone particolarmente difficili. Le manovre di rianimazione sono durante molto, ma per Alessandro, 11 anni, non c’è stato niente da fare.
L’ipotesi è che il piccolo sia morto annegato probabilmente dopo essere scivolato e aver sbattuto la testa. Ma solo l’autopsia potrà chiarire con esattezza le cause del decesso. La Procura di Civitavecchia ha aperto un fascicolo. Ad indagare ci sono i poliziotti del commissariato Fiumicino. Si segue la pista dell’incidente. Per ora quella più plausibile. Ma non l’unica. Perché come riporta il Corriere della Sera Alessandro, che frequentava la prima media, “era stato seguito a scuola da un insegnante di sostegno e dall’Assistente educatrice culturale”. A marzo le operatrici avevano segnalato la difficile situazione familiare in cui viveva il bambino. Quel giorno era stato lui stesso a raccontare dei genitori che si drogavano davanti a lui e delle violenze subite, scrive ancora il quotidiano di via Solferino. Poi aveva pronunciato una frase che oggi risuona ancora più inquietante: “Non ce la faccio più, ora mi ammazzo“.
I genitori del bimbo, separati da tempo, sono stati ascoltati in commissariato – così come la nonna – per ricostruire la dinamica di quello che è accaduto ieri pomeriggio. A quanto ricostruito finora, il piccolo la mattina era andato a scuola e dopo a pranzo a casa della nonna. Poi è uscito per andare a giocare con gli amichetti. Il canale che si trova nei pressi di un asilo nido è a circa 200 metri dalla casa dei nonni. Secondo una prima ricostruzione, intorno alle 15.45 la nonna non vedendolo più ha cominciato ad impensierirsi e urlando ha richiamato l’attenzione dei residenti del comprensorio. In quel momento, tra l’altro, nell’asilo nido “L’isola che non c’è”, che si trova proprio a pochi metri dal canale, c’era tanta gente per festeggiare la festa dei nonni. Così diversi genitori hanno aiutato la donna a cercare il nipotino.
Le indagini si concentrano nell’arco di tempo che va da quando Alessandro esce dalla casa della nonna a quando l’agente Christian Piccinini trova il cadavere intorno alle 16. C’è da capire se veramente Alessandro sia andato veramente a giocare con degli amici come ha raccontato lui stesso o se si sia trattato di una scusa per allontanarsi da casa. Il primo nodo quindi è accertarsi se fosse solo quando è caduto nel canale e il punto esatto in cui è scivolato. Al momento non ci sarebbero comunque testimoni diretti dell’incidente. La zona è stata transennata e c’è Scientifica per i rilievi. L’autopsia potrà dare elementi importanti. Al momento il medico legale non ha riscontrato segni di violenza. Le ferite trovate sul volto del bambino sono compatibili con la caduta.