Peccato che ridurre in modo significativo gli 800 miliardi di spesa pubblica non sia il pallino di un economista fissato con il mito dell’austerità ma, come Perotti spiega con chiarezza cristallina, un presupposto indispensabile per fare quello che più sta a cuore ai cittadini: tagliare le tasse. Che con Renzi “un poco sono scese”, riconosce l’ex consigliere, ma troppo poco. Per ridurle seriamente “bisogna ridurre anche la spesa, ora”. Perché “il vincolo di bilancio è impietoso”, nonostante “la fantasia apparentemente inesauribile di chi crede di poterlo aggirare”. E, se è vero che quando l’economia è in recessione può essere accettabile rinviare i tagli più drastici, è indispensabile non solo dare a mercati e contribuenti il segnale che l’intenzione c’è, ma soprattutto che l’esecutivo ne ha la capacità. Niente affatto scontata, appunto. La spending review è imprescindibile anche per poter realizzare le riforme tanto care al premier senza che queste “costino votidanneggino le fasce deboli della popolazione“, cioè avendo a disposizione risorse da spendere “per aiutare le fasce deboli nella transizione“.

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