Preso il quartier generale dell’Isis a Sirte, città roccaforte dello Stato islamico in Libia. Ad annunciarlo su Twitter sono le milizie libiche dell’operazione Al-Bunyan Al-Marsoos vicine al governo di unità nazionale del premier Fayez Al Sarraj: “Le forze dei rivoluzionari controllano completamente il complesso di Ouagadougou“. Poi l’esultanza: “E’ l’ora della vittoria…Allah u Akbar”.

Come riporta l’Ansa, una lunga battaglia ha impegnato per ore le forze libiche per i vicoli della città, che si sono aperte dei varchi strategici tra le macerie, espugnando il Centro Ouagadougou. Un duro colpo per i jihadisti, che in mattinata sembravano avere rialzato la testa quando – tramite l’agenzia Amaq – avevano rivendicato l’abbattimento di un caccia di Fajr Libya, con la morte del pilota. La battaglia per la riconquista totale di Sirte sembra dunque essere entrata in una nuova fase anche dopo la conferma da fonti istituzionali della presenza di corpi speciali italiani in Libia (a Tripoli, Misurata e Bengasi per attività di formazione dei militari) che si aggiunge a quella di britannici e americani che forniscono aiuto diretto sul terreno.

Un documento redatto dal Comando interforze per le Operazioni delle Forze Speciali e trasmesso al Copasir conferma infatti la presenza delle nostre forze speciali in Libia e Iraq, circostanza già anticipata il 30 luglio scorso da uno scoop del Fatto Quotidiano. E intanto L’Italia riapre l’ambasciata a Tripoli e nomina a guidarla l’ambasciatore Giuseppe Perrone. La decisione, a quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi, è stata assunta dal Consiglio dei ministri.

“Negli scontri odierni abbiamo contato almeno 20 jihadisti uccisi. Uno stato di confusione e caos domina all’interno di Daesh“, avevano scritto in mattinata sulla loro pagina Facebook le milizie annunciando il lancio “di una nuova offensiva contro postazioni di Daesh su tutti gli assi della città”. Elencando le prime conquiste: “Controlliamo l’università, l’ospedale Ibn Sina e la regione militare Giza” e “avanziamo”. Poi l’assedio al Centro Ouagadougou, fino alla sua caduta nel tardo pomeriggio. A mostrare i progressi ottenuti ci sono i video pubblicati dall’operazione Al-Binyan Al-Marsous. Le sequenze mostrano le forze libiche in tuta mimetica con indosso fucili e vari tipi di armamenti che sparano contro un nemico invisibile, ma anche il fuoco dei tank che cercano di eliminare le sacche di resistenza dei jihadisti.

Ma è ancora presto per cantare vittoria contro i seguaci del Califfo, che secondo al Arabiya rimangono assediati in tre aree residenziali ed in una villa vicino al mare. La guerra durerà giorni, settimane, ma non mesi, hanno assicurato più volte le forze libiche presenti sul campo, aiutate dai raid americani che bombardano “chirurgicamente” postazioni Isis. Secondo il Sito Us Command Africa, almeno una trentina di azioni, con aerei e droni, hanno colpito i rifugi e gli armamenti dei fondamentalisti.

Ma l’emergenza non è solo sulla roccaforte costiera dell’Isis. I governi di Francia, Germania, Italia, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti hanno espresso “preoccupazione per le notizie di tensioni crescenti vicino al terminal petrolifero di Zueitina, sulla costa centrale” e hanno chiesto che il controllo di tutte le infrastrutture sia trasferito al governo sostenuto dall’Onu.

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