Breve storia felice: “Tra la chiave del tuo cuore e la chiave per la mia salute mentale, scelgo la seconda”. Lasciatemi usare un po’ di ironia per avviare alcune riflessioni.

Se una relazione non va, i motivi possono essere tanti. Alcune volte le cose non possono andare diversamente: si è troppo differenti o si nutre poco interesse per l’altro. Di solito questi rapporti finiscono senza troppi scombussolamenti. Una relazione che termina non è necessariamente una relazione che non funziona: il fatto che si sia conclusa può essere indice di una sana presa d’atto che si cerca altro.

Altre volte, le relazioni non vanno perché vi sono delle dinamiche disfunzionali che possono auto alimentarsi, a causa di sofferenze reciproche. Sicuramente, nelle relazioni violente, tutto questo è ancora più evidente, se non agli occhi di chi quei rapporti li sta vivendo, sicuramente per chi si trova a vedere dal di fuori.

Va detto, a tutti coloro (e non sono pochi) che sono convinti che certe dinamiche a loro non possano accadere che, molti di quelli che ci son passati, la pensavano allo stesso modo. Più ci si ritiene immuni da qualcosa, più si abbassano le difese.

Se ci fosse un modo semplice per uscire fuori dalle relazioni che fanno male, esse non farebbero poi così tanti danni: si eviterebbero o si troncherebbero, in tempi ragionevoli. Una relazione disfunzionale è tale anche perché è continuativa, in un arco temporale considerevole.

Quando una relazione non va? Provo a semplificare in alcuni punti:

 

  • Se ve lo state chiedendo, qualcosa non va.
  • Se avete paura, qualcosa non va.
  • Se temete di perdere il controllo, qualcosa non va.
  • Se pensate, in continuazione, a come potrebbe reagire l’altro, di fronte a ogni vostro comportamento o atteggiamento, qualcosa non va.
  • Se entrate in uno stato di confusione in cui non capite più cosa e giusto e cosa non lo sia, qualcosa non va.

 

Io non so definire l’amore. Non dico che in esso non possa esservi anche un certo grado di sofferenza, per i motivi più disparati, ma quando questa investe ogni aspetto del rapportarsi all’altro, non è un amare che fa bene. Ricordatevelo sempre, per quanto banale e scontato lo dimentichiamo: cerchiamo e vogliamo stare insieme a un’altra persona per stare bene, non per soffrire e soprattutto non per farci carico di difficoltà che non sono le nostre. Nessuno è carente, in quanto a problemi. Inutile andarli a cercare altrove, sicuramente dannoso.

All’interno della coppia, scegliete sempre voi e il vostro benessere, non ponetevi altri obiettivi che l’equilibrio. Tensioni e preoccupazioni non mancano al singolo, raddoppiano quando si è in due, ma non dovrebbe mai venire meno qualcosa da mettere dall’altra parte della bilancia.

Quello che passa è solo per restare in altre forme. Terminata una relazione abusante, possiamo prenderci cura non solo delle ferite causate da quel rapporto, ma anche di quelle che hanno consentito un legame con quel tipo di persona. Ogni crisi è un’opportunità.

Sì, lo so che le mie possono anche essere parole al vento. Nelle relazioni violente si inciampa e ci si affossa, senza rendersene conto, se non quando ormai si è troppo invischiati per uscirne incolumi. L’inutilità del mio scrivere è un rischio che voglio correre, non fosse altro perché vuole essere testimonianza di cambiamenti che credo possibili.

Capire dove sta la propria parte di responsabilità e dove quella dell’altro, in una dinamica disfunzionale, è arduo, ma non impossibile. Terminare un rapporto malsano non ha a che fare con la fortuna, il più delle volte, ma con scelte di cui prendersi il merito, consapevoli che si va incontro a un dolore, ma un dolore che pone le basi per costruire e non che distrugge.

Non ti sembra x Il Fatto(1)

I post di questo blog sono illustrati con le vignette di Pietro Vanessi – www.unavignettadipv.it
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