Il torneo di calcio continentale più bello e più importante al mondo. Un momento di coesione, non solo sportiva, per tutta l’Europa. Ma soprattutto un grande affare per la Uefa: Euro 2016 è un business da oltre un miliardo e mezzo di euro, vitale per le casse dell’associazione che fu di Michel Platini. Anzi, si potrebbe dire che senza gli Europei la Uefa fallirebbe: è il trofeo per le squadre nazionali che si disputa ogni quattro anni, infatti, a ripianare i debiti dei bilanci chiusi sistematicamente in rosso ogni stagione. Molto più redditizio anche della Champions o dell’Europa League: perché in quei casi i lauti introiti dei diritti tv vengono quasi interamente ridistribuiti ai club. Con gli Europei, invece, la Uefa può destinare alle Federazioni solo le briciole, e tenere il resto per sé. Mentre le spese di organizzazione ricadono quasi tutte sul Paese ospitante.
OLTRE MEZZO MILIARDO DI UTILE – I numeri ufficiali di Euro 2016 non sono ancora noti. Ma analizzando i precedenti bilanci della Uefa, ci si accorge di come gli Europei siano la principale fonte di guadagno della massima associazione calcistica continentale. Quattro anni fa, ad esempio, l’edizione in Polonia e Ucraina ha portato un utile netto di 593 milioni di euro, e la storia si ripeterà adesso in Francia. Merito soprattutto dei diritti tv, che vengono venduti da Euro Sas (una compagnia partecipata al 95% dalla Uefa e al 5% dalla Federazione del Paese ospitante), e che nel 2012 sono valsi 837 milioni. Poi altri 313 milioni di diritti commerciali, 136 milioni per i biglietti (la parte spettante alla Uefa), 102 milioni di hospitality. Mentre i costi non superano i 700 milioni: le briciole per le nazionali (196 milioni), 281 milioni di contributo organizzativo, più spese varie (anche 30 milioni di indennizzo ai club che cedono i giocatori alle nazionali). Il saldo alla fine della giostra era e sarà sempre positivo.
EURO SALVA UEFA – È così che la Uefa si regge in piedi: solo e quasi esclusivamente grazie agli Europei. Tutti gli anni il bilancio chiude in rosso: -27,8 milioni nel 2015, -42 nel 2014, -21 nel 2013, addirittura -85 nel 2011. Tranne che nell’anno degli Europei: +128,7 milioni nel 2012. Come spiega a ilfattoquotidiano.it Luca Marotta, esperto di contabilità sportiva, “l’Europeo è l’evento con cui la Uefa raddoppia il proprio fatturato”. Si passa infatti da 1,4 miliardi di euro nel 2011 a 2,8 miliardi nel 2012. “Per le casse dell’associazione – prosegue – si tratta di un torneo più importante persino della Champions League. Il saldo delle altre competizioni, infatti, si chiude in pareggio: ad esempio il miliardo incassato per i diritti tv delle coppe viene quasi interamente ridistribuito ai club, che chiedono sempre di più facendo leva sulla minaccia della SuperLega”. Mentre dalle partite delle nazionali la Uefa guadagna e basta: “Anche l’anno prossimo con gli introiti di Euro 2016, il bilancio tornerà in attivo”.
RICAVI ANCORA IN CRESCITA – Rispetto al 2012, infatti, l’edizione che comincia venerdì in Francia si annuncia ancora più ricca. Del resto, dietro la mossa di Michel Platini di allargare il format a 24 squadre non c’era solo il desiderio ecumenico di una maggiore partecipazione. Più nazionali vuol dire più partite. E più ricavi. Per la prima volta la Uefa è riuscita a vendere in maniera centralizzata i diritti delle qualificazioni, e anche in Francia il numero degli incontri salirà da 31 a 51. Sicuramente gli incassi da diritti tv della prossima edizione sfonderanno la quota del miliardo di euro: la Uefa ne ha già incassati 495 milioni nel 2015 e 193 milioni nel 2014 fra i riscontri passivi. Salirà anche il montepremi, fino a 301 milioni: ma quest’aumento del 50% rispetto al 2012 lascia presagire quella che sarà la crescita anche maggiore per i ricavi. Un contentino alle nazionali, le spese vere sulle spalle del Paese ospitante. E i guadagni in tasca. Euro 2016 per la Uefa è il business perfetto.
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