Barack Obama ha nominato Merrick B. Garland per riempire il seggio della Corte Suprema lasciato vacante dalla morte di Antonin Scalia. 63 anni, giudice della corte d’appello di Washington D.C., di orientamento moderato e con una vasta cultura giuridica, Garland deve ora affrontare il processo di conferma del Senato Usa. La cosa non sarà facile. Praticamente tutti i repubblicani – dai leader del Congresso ai candidati alla presidenza al chairman del Senate Judiciary Committee, Chuck Grassley – hanno già detto che non intendono accettare la nomina di Obama e che dovrà essere il prossimo presidente degli Stati Uniti a sostituire Scalia. La battaglia dunque promette di essere lunga, durissima e di riverberarsi sulla campagna presidenziale 2016.

Nel presentarlo agli americani, nel Rose Garden della Casa Bianca, Obama ha detto che il giudice Garland “è ampiamente riconosciuto non soltanto come una delle più acute menti legali degli Stati Uniti, ma anche come una personalità che porta nel suo lavoro uno spirito di decenza, modestia, integrità ed eccellenza, che dovrebbe ispirare ammirazione nei leaders di entrambi i campi”. Obama ha chiesto che al giudice venga concessa “una giusta considerazione” e che nel processo di conferma non si resti impantanati “nelle restrizioni della nostra politica divisa”. Anche Garland ha parlato, rilanciando proprio quelle caratteristiche di moderazione e rispetto della Costituzione che dovrebbero renderlo più gradito ai repubblicani. “La fedeltà alla Costituzione e alla legge è stata una pietra angolare della mia vita professionale. Se il Senato mi conferma, continuerò su questa strada”.

Sono diverse le ragioni che hanno pesato nella scelta di Obama. Anzitutto, Garland è un giudice che nel passato, per diventare giudice di corte d’appello, ha già ottenuto il voto di conferma dei senatori repubblicani. Sarà difficile ora, per i repubblicani, giustificare un voto contrario nei suoi confronti. A differenza di Sonia Sotomayor, la scelta precedente di Obama alla Corte, conosciuta per una concezione del diritto interventista e progressista, Garland è un giudice moderato, un centrista conosciuto soprattutto per aver fatto parte dell’accusa ai tempi del processo per l’attentato a Oklahoma City. Altro elemento, questo, che potrebbe piacere ai repubblicani.

Nonostante sia un centrista, Garland non è però un conservatore, e questo garantisce Obama e i democratici su una serie di questioni: anzitutto il diritto all’aborto, e poi ancora le leggi sul controllo delle armi, quelle sulla difesa dei consumatori e sulle regolamentazioni industriali. A una prima analisi delle sue sentenze, Garland si colloca vicino alle posizioni di Ruth Bader Ginsburg ed Elena Kagan, due giudici decisamente liberal; la sua presenza promette quindi di spostare la Corte Suprema su un asse comunque più progressista di quello attuale (prima della morte di Scalia, i nove giudici si dividevano in cinque conservatori e quattro liberal). Garland ha poi 63 anni, che è un’età piuttosto avanzata per la nomina di un giudice (l’età media è poco più di 50 anni). E’ un elemento cui Obama può aver pensato, come elemento di compromesso con i repubblicani. Come a dire: “Io nomino il giudice, ma ne nomino uno che presumibilmente non dominerà la Corte per i prossimi tre decenni”.

Ci sono infine altre considerazioni che hanno probabilmente orientato la scelta di Obama. Anzitutto, la molteplicità degli incarichi e quindi delle competenze che Garland porta con sé. E’ stato per 19 anni in una corte d’appello, ha lavorato come avvocato, nell’ufficio di un procuratore legale e, da giovane laureato, ha passato un periodo proprio alla Corte Suprema, facendo da assistente al giudice William Brennan (non a caso, il leader per decenni dell’ala liberal della Corte). Garland ha poi studiato alla Harvard Law School, come la gran parte degli altri otto giudici, ma viene da Chicago, e può quindi portare un angolo visuale, quello del Midwest americano, che manca alla Corte. Le sue qualità di magistrato e di uomo di legge, mai nel passato toccato da polemiche, scandali, dubbi, fanno anche prevedere un eventuale processo di conferma senza sorprese e ostacoli.

Basterà, questo, perché Garland venga confermato dal Senato? Al momento, non sembra. Donald J. Trump ha già spiegato che “capisce il desiderio di Obama di nominare il prossimo giudice”, ma che la scelta “dovrebbe essere lasciata al prossimo presidente”. Roy Blunt, repubblicano del Missouri, ha detto che voterà contro Garland e una serie di gruppi conservatori hanno sollevato dubbi sulla scelta di Obama. Secondo la National Federation of Independet Business, la storia di Garland non mostra particolare simpatia o comprensione per il mondo degli affari: “Si tratta di un giudice che ha sempre preso le parti dei regolatori, dei sindacati e degli avvocati, a spese del piccolo business”. Negativo anche il giudizio di un altro gruppo conservatore, Heritage Action: “Garland potrebbe essere il giudice liberal che limita il diritto alle armi e rende costituzionale il diritto all’aborto in stato di gravidanza avanzata”.

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