In Colombia il virus Zika ha già infettato più di 3.100 le donne incinte infettate, sul totale di 25.645 persone che sono state contagiate attraverso la zanzara aedes aegypti. Lo ha fatto sapere il presidente Juan Manuel Santos. Sinora, ha precisato, non ci sono casi di bambini nati affetti da microcefalia collegabili con la diffusione del virus. “La proiezione è che potremo arrivare ad avere 600mila casi“, ha detto Santos, aggiungendo che potrebbero esserci anche mille casi di Guillain-Barre, rara sindrome che può causare paralisi e che alcuni governi hanno collegato al virus Zika. Intanto, il presidente ha annunciato l’impegno per la prevenzione, combattendo la presenza della zanzara aedes aegypti.

La Colombia, che ha registrato tre decessi per il virus, ha dichiarato che le donne incinte affette da zika possono interrompere la gravidanza, servizio sanitario cui nel Paese è molto difficile avere accesso. Molte donne hanno difficoltà a trovare cliniche disposte a praticare ivg anche quando rientrano nei rigidi parametri per cui il servizio è legale. Due giorni fa è stata intanto data notizia del primo aborto volontario di una donna contagiata dal virus. Il governo ha chiesto alle donne che intendano avere figli di aspettare a concepirne per sei e otto mesi. Il 5 febbraio, l’Onu ha chiesto ai Paesi più colpiti di garantire il diritto all’aborto alle donne colpite scatenando le critiche dei vescovi brasiliani.

Sono in tutto 33 i Paesi nel mondo che dal gennaio 2014 a oggi hanno registrato una circolazione autoctona di virus. Per altre 6 nazioni, inoltre, ci sono evidenze indirette di trasmissione rimasta localizzata. La distribuzione geografica di Zika è aumentata stabilmente dalla sua comparsa nelle Americhe nel 2015, e “un’ulteriore diffusione a Paesi interni all’area in cui è presente la zanzara Aedes vettrice è considerata probabile”.

A fare il punto sulla diffusione dell’infezione è l’Organizzazione mondiale della sanità, che ribadisce come l’emergenza internazionale di salute pubblica debba considerarsi collegata non allo Zika in sé, ma al sospetto legame – ancora da dimostrare – fra la malattia e la microcefalia dei bambini da un lato, e dall’altro la sindrome neurologica di Guillain-Barré. Sette Paesi hanno infatti riportato un aumento dell’incidenza di entrambe le condizioni, in concomitanza con l’epidemia di Zika. Al momento, il Paese più colpito dal virus è il Brasile (il numero di casi di Zika stimati dalle prime evidenze di focolai va da 497.593 a 1 milione e 482.701), seguito dalla Colombia.

Al 30 gennaio scorso, il ministro della Salute brasiliano ha riferito 4.783 casi di microcefalia e/o malformazioni del sistema nervoso centrale, con 76 decessi. Quanto alla paralisi di Guillain-Barré, nel 2015 i casi registrati in Brasile sono stati 1.708 (+19% rispetto all’anno prima). Particolarmente preoccupante i dati dalla Colombia dove in genere si conta una media annuale di 242 casi di sindrome all’anno: quest’anno ne sono stati segnalati 86 in sole 5 settimane.

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