Il test di sicurezza dell’Enac risale a settembre 2015. Alcuni ispettori in incognito dell’Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile che si occupa anche della sicurezza nei nostri scali, sono passati ai controlli prima degli imbarchi e per tre volte su quattro il personale per la sicurezza dell’aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna non si è accorto che avevano con loro delle finte bombe, create appositamente per i test di sicurezza. I verbali dell’Enac, come riportato alcuni giorni fa dal quotidiano Libero, parlano chiaro: “Non conformità rilevate durante la visita del Nucleo centrale ispettivo nei giorni 22-25 settembre 2015. Mancata individuazione di tre ordigni esplosivi improvvisati (Ied, Improvised explosive device, ndr) e hand search (controllo a mano, ndr) superficiale”. Così ora si muove anche la magistratura: il procuratore aggiunto di Bologna Valter Giovannini, ha infatti aperto un fascicolo conoscitivo, senza indagati né titoli di reato, per capire un po’ di più partendo proprio dagli articoli di stampa che hanno riportato il caso. L’Aeroporto di Bologna, interpellato dal fattoquotidiano.it non ha commentato la notizia.

Non è la prima volta che dal Marconi – uno degli scali più importanti del Paese, con un numero di passeggeri sempre in crescita negli ultimi anni – escono notizie di questo genere. Appena poche settimane fa la procura della Repubblica aveva aperto un’altra inchiesta per una vicenda analoga. Il 21 dicembre 2015 un professionista di Modena era stato infatti bloccato a Dubai con un coltello e uno spray al peperoncino nel bagaglio a mano dopo essere atterrato con un volo della compagnia Emirates proveniente proprio da Bologna. Possibile dunque che anche quel coltello non fosse stato visto ai controlli del Marconi. In quel caso, in cui comunque non risultano ci siano indagati, il reato ipotizzato dai pm era stato porto ingiustificato di strumenti atti a offendere.

A fare ancora più clamore era stato tuttavia a inizio agosto il caso il caso di un altro coltello, sfuggito alla security, che per quasi un’ora aveva paralizzato i voli. Un addetto alla sicurezza aveva infatti detto di averne visto uno sul monitor (quello da cui si osserva in trasparenza la valigia), ma di non avere fatto in tempo a fermare il suo proprietario sparito poi nel nulla e probabilmente imbarcato tranquillamente su un volo. In quell’occasione i passeggeri di alcuni aerei erano stati fatti passare nuovamente ai controlli, ma del coltello nessuna traccia. L’addetto alla sicurezza in questione invece era stato licenziato.

A settembre poi gli ispettori del Nucleo centrale ispettivo Enac, proprio poche settimane dopo quei fatti di agosto, avevano deciso di fare i loro test, previsti dai regolamenti aeroportuali. “Su quattro cover test effettuati sui passeggeri e sui bagagli a mano, tre hanno avuto esito negativo, essendo mancate le individuazioni di Ied”, si legge nel documento riportato da Libero, un verbale del Comitato di sicurezza aeroportuale risalente al 29 settembre 2015.

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