“Dopo le lacrime di coccodrillo per la foto del bambino siriano ritrovato morto sulla spiaggia turca, l’Europa sceglie la strada di Orban: espulsioni, chiusure di frontiere, respingimenti”. Così le associazioni come Arci, Medici senza frontiere, l’Agenzia Habeshia commentano gli accordi che verranno siglati alla Valletta, Malta, tra Ue e 35 paesi africani in tema di immigrazione. “Come con Gheddafi si sta scegliendo di finanziare con 2 miliardi di euro dittature e regimi sanguinari senza pensare a come i flussi verranno impediti e cioè con carceri, fucilazioni ai confini e gravi violazioni dei diritti umani”, afferma padre Mussie Zerai. Il clima di solidarietà come le aperture di Berlino ai profughi siriani sembrano già un ricordo con Angela Merkel che fa marcia indietro sulle deroghe al trattato di Dublino. “Tante dichiarazioni pochi i fatti, l’Europa preferisce esternalizzare il problema: non si morirà più in mare ma nel deserto”, aggiunge Marco Bertotto di Medici senza frontiere. “La storia si ripete, come con Gheddafi ci dicono oggi che il presidente dell’Eritrea o del Ghana non sono dittatori, verranno stanziati aiuti non se i paesi garantiranno più diritti, avviando una democratizzazione interna, ma se bloccheranno i flussi, noi come in Libia otterremmo di sicuro qualche commessa commerciale sulla pelle dei migranti”, conclude Filippo Miraglia, vicepresidente dell’Arci di Irene Buscemi

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