Ci sono politici di primissimo piano. Come il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, gli ex sindaci di Roma Ignazio Marino e Gianni Alemanno. E ancora l’eminenza grigia di Silvio Berlusconi, Gianni Letta, il governatore del Lazio Nicola Zingaretti, il vice ministro all’Interno Filippo Bubbico e i parlamentari in carica Micaela Campana, Umberto Marroni (entrambi del Pd) e Loredana De Petris (Sel). Ma anche magistrati, come il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone, prefetti, giornalisti e una sfilza di ex consiglieri ed ex assessori dell’amministrazione capitolina. Oltre ad una nutrita schiera di imputati di reati connessi. Sono in tutto 282 i nomi inseriti nella lista dei testimoni da ascoltare depositata dall’avvocato Alessandro Diddi, difensore di Salvatore Buzzi (nella foto con il ministro Poletti), uno dei principali imputati nel processo su ‘Mafia Capitale’ che si aprirà a Roma il 5 novembre. Una lista che riporta anche l’indicazione delle circostanze sulle quali la difesa dell’uomo ritenuto dalla Procura della capitale il braccio destro del capo della cupola romana, ‘er cecato’ Massimo Carminati, intende ascoltarli. Scorrendo nomi e motivazioni delle convocazioni il documento offre uno spaccato significativo del processo che sta per aprirsi e delle insidie che alcuni dei personaggi citati potrebbero trovarsi a fronteggiare, sempre se i magistrati dovessero autorizzarne la convocazione.

ALE’ GIANNI Non poteva mancare naturalmente l’ex sindaco di Roma (dal 2008 al 2013), Gianni Alemanno, già ministro delle Politiche Agricole nel governo Berlusconi. Indagato per corruzione e finanziamento illecito, gli inquirenti gli contestano di aver ricevuto somme di denaro, in gran parte attraverso la fondazione Nuova Italia da lui presieduta, per il compimento di atti contrari ai doveri del suo ufficio. Caduta nei suoi confronti, invece, l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso. La difesa vuole sentirlo su una lunga serie di circostanze. Tra le quali la modalità della nomina di Giovanni Quarzo (ex consigliere comunale di Forza Italia, ndr) alla carica di presidente della Commissione Trasparenza del Comune di Roma, quella dei componenti del Cda di Ama Spa (controllate comprese) e di Riccardo Mancini ad amministratore di Ente Eur Spa. Ma anche sulle modalità e le condizioni di affidamento ad Eriches (consorzio di cooperative sociali affidatario del servizio di assistenza abitativa temporanea riconducibile a Buzzi) della realizzazione del campo nomadi di Castel Romano e del suo ampliamento. Poi c’è Gianni Letta: ex direttore del quotidiano ‘Il Tempo’, braccio destro di Silvio Berlusconi ed ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio. La difesa vuole sentirlo “sull’incontro con Salvatore Buzzi in relazione alle questioni riguardanti l’allestimento di centri per l’accoglimento degli immigrati e sulle ragioni dello stesso”. Nonché “sulle modalità di allestimento del Cara di Mineo, sui criteri di scelta della struttura e di quantificazione del prezzo e sulle modalità di svolgimento della gara”. E, infine, “sui suoi rapporti con Luca Odevaine (il “facilitatore” a libro paga dell’organizzazione) e su quanto questi gli chiese in relazione alle coop” dello stesso Buzzi.

ALLA CARICA Dagli ex componenti del governo a quelli in carica: nella lista spunta anche il nome dell’attuale ministro del Lavoro e delle politiche sociali ed ex Presidente di Legacoop, Giuliano Poletti. E’ uno dei commensali ritratti nella oramai celebre foto scattata nel 2010 durante una cena organizzata dalla cooperativa di Salvatore Buzzi e che ritrae l’esponente dell’esecutivo guidato da Matteo Renzi insieme, tra gli altri, a Luciano Casamonica, cugino del boss dell’omonimo clan e lo stesso Alemanno. La difesa vuole sentirlo, tra l’altro, proprio sulle ragioni per le quali partecipò a quella cena. Ma anche sui suoi rapporti con Buzzi e la cooperativa 29 Giugno. Del governo in carica fa parte anche il viceministro dell’Interno Filippo Bubbico. I legali di Buzzi vogliono sentirlo “sui ruoli di Luca Odevaine e Paola Varvazzo” (ex assessore della Regione Lazio), sulle ragioni delle “richieste di incontri” con il loro assistito e “in merito alla questione del Cara di Castelnuovo di Porto”.

CHIAMATE ONOREVOLI  Dai membri dell’esecutivo a quelli del Parlamento. Nella lista dei legali di Buzzi c’è, per cominciare, Micaela Campana, deputata, responsabile nazionale Welfare e Terzo settore del Partito democratico ed ex moglie del già assessore alla Casa del comune di Roma, Daniele Ozzimo (coinvolto nell’inchiesta). Il nome della onorevole dem compare negli atti (ma non è indagata) per alcuni sms scambiati con Buzzi. I difensori vogliono ascoltarla, oltre che sui suoi rapporti con il loro assistito, anche sull’incontro “con il sottosegretario Domenico Manzione e Luca Odevaine”, sulla “richiesta di assunzione da parte della cooperativa di Buzzi di persone da lei segnalate” e sull’organizzazione “dell’incontro richiesto” sempre da Buzzi “con Bubbico e sulla esistenza dello stesso”. Sempre del Pd è anche l’onorevole Umberto Marroni, ex capogruppo al comune di Roma durante la giunta Alemanno. E’ il figlio di Angiolo Marroni (entrambi non indagati), già consigliere regionale e Garante dei detenuti del Lazio (pure lui citato come teste). Da Marroni junior i difensori vogliono avere chiarimenti “sulla richiesta di Salvatore Buzzi di agire per la conferma di Giovanni Fiscon quale direttore generale Ama a fronte delle iniziative del Sindaco per rimuoverlo” e “sulle ragioni della presentazione dell’emendamento del 2010 a firma sua e di Luca Gramazio (consigliere regionale, coinvolto nell’inchiesta) in favore delle coop sociali per un valore di 5 milioni di euro”. Infine, c’è Loredana De Petris, senatrice di Sinistra ecologia e libertà, presidente del gruppo misto a Palazzo Madama. A lei la difesa vuole porre domande “sugli interventi della 29 Giugno nel sociale e sui progetti di integrazione lavorativa posti in essere, sulla esecuzione dei servizi e sulle utilità eventualmente percepite”. Nell’agosto 2001, l’esponente di Sel, già parlamentare e consigliere comunale con i Verdi, ottenne proprio dalla 29 Giugno di Buzzi un finanziamento di 15 milioni di vecchie lire regolarmente registrato.

TEST MARINO Ormai decaduto da sindaco di Roma, la difesa dell’uomo delle coop vuole sentire anche Ignazio Marino, primo cittadino in carica quando deflagrò lo scandalo ‘Mafia Capitale’. I legali sono interessati ad approfondire, tra l’altro, i suoi rapporti con Odevaine e i “contributi elettorali ricevuti dalle cooperative di Salvatore Buzzi”. A sfilare sul banco dei testimoni potrebbe toccare anche al governatore della Regione Lazio Nicola Zingaretti. Tra le domande che i legali vorrebbero rivolgergli non mancano quelle sul ruolo del suo ex capo di gabinetto Maurizio Venafro (citato anche lui come teste), in relazione all’appalto per il centro unico di prenotazione per le prestazioni sanitarie, e sui rapporti del governatore con il Cns, il Consorzio nazionale servizi del quale la 29 Giugno faceva parte. In aula potrebbe comparire poi un’altra star della politica capitolina come Goffredo Bettini, da molti ritenuto l’artefice dell’elezione a sindaco di Walter Veltroni, Francesco Rutelli e dello stesso Marino. Da lui la difesa vuole chiarimenti “sugli appoggi delle cooperative facenti capo a Buzzi a candidati del Pd alle varie competizioni elettorali”, oltre che “sui contributi elettorali” ricevuti dalle sue cooperative e “sull’appuntamento procurato a Buzzi con Gianni Letta”.

CANTONE ALL’APPELLO Potevano poi mancare nella lista importanti magistrati? No. E infatti ecco Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione: la difesa vuole sentirlo tra l’altro sulle indagini svolte dall’Authority sul comune di Roma e le “percentuali di anomalie degli appalti aggiudicati alle cooperative di Salvatore Buzzi”. Seguito dal giudice del Tar del Lazio Linda Sandulli chiamata per chiarire la decisione assunta dal Tribunale amministrativo regionale in ordine al “ricorso della Gepsa in seguito all’aggiudicazione dell’appalto del Cara di Castelnuovo di Porto da parte di Eriches”. E, ancora, in lista anche Alfonso Sabella, ex assessore alla Legalità di Roma, con Marino, per riferire “sulle percentuali degli appalti assegnati dal comune di Roma e dalle sue municipalizzate nei settori dell’emergenza abitativa, assistenza migranti, raccolta rifiuti e, in generale, nei settori di operatività delle coop di Salvatore Buzzi”. Infine, anche un alto ufficiale dei carabinieri famosissimo:  l’ex comandante del Ros, il generale Mario Mori, nominato consulente per la sicurezza dall’ex sindaco Alemanno. I legali di Buzzi vogliono sentirlo “sull’esistenza di segnali indicativi di un condizionamento della criminalità nella gestione dell’amministrazione comunale e delle società ad esse facenti capo”.

FORZA ROMA Ma lunga è ancora la lista dei testi indicati. Tra questi non mancano altri nomi di primo piano della politica cittadina e regionale. Da Marco Visconti, ex assessore all’Ambiente con Alemanno, a Rita Cutini, Estella Marino (ex assessori nella giunta del Marziano) e Luigi Nieri, vice sindaco nell’ultima amministrazione. Potrebbero comparire in aula anche l’ex capogruppo in Campidoglio del Pd, Fabrizio Panecaldo; l’ex governatore del Lazio e leader de La Destra, Francesco Storace; Andrea Alzetta (detto Tarzan) noto esponente dei movimenti per la casa; Lionello Cosentino, ex segretario capitolino del Pd; Daniele Leodori attuale presidente (dem) del Consiglio regionale del Lazio; Luca Gramazio (imputato di reato connesso), ex consigliere regionale e comunale e l’ex amministratore delegato di Euro Spa, Riccardo Mancini. Politici, ma anche prefetti di Roma come Mario Morcone  e Giuseppe Pecoraro, entrambi ex, e Franco Gabrielli, in carica.

GRAN FINALE Ma chi è il numero uno della lista testimoniale presentata dai legali di Buzzi? Luciano Casamonica, cugino del defunto boss Vittorio, il cui funerale, a base di carrozze, elicotteri e petali di rosa, ha dato spettacolo nella capitale scatenando la polemica sulle responsabilità per i mancati controlli. Infine, i giornalisti: la firma di ‘Repubblica’ Carlo Bonini, che la difesa vuole sentire “sulla fonte delle sue conoscenze in merito alla pubblicazione del romanzo Suburra”, e Valeria Di Corrado de ‘Il Tempo’, che si occupò in un articolo dell’appalto per la gestione dei servizi al Centro per richiedenti asilo di Castelnuovo di Porto, alle porte di Roma. Appalto aggiudicato al consorzio Eriches di Buzzi e poi sospeso dal Tar del Lazio su ricorso della concorrente francese Gepsa.

di Antonio Pitoni e Elisa Bini

Twitter: @Antonio_Pitoni

Articolo Precedente

Roma, bentornato dott. Tronca, permette una domanda sull’auto di servizio?

next
Articolo Successivo

Vertenza Panorama, ora Mondadori punta ai “lavoratori agili”. Sindacati: “Fatto senza precedenti”

next