“Ho fatto il designer per 42 anni, ora devo imparare a fare il presidente”. Con umiltà, ma anche una dose sorprendente d’energia, il direttore del design del gruppo Volkswagen Walter de Silva assume anche la presidenza della Italdesign Giugiaro dopo che a luglio il cofondatore dell’azienda ha venduto l’ultima parte delle sue azioni all’Audi, ora unica proprietaria. È dedicato proprio a Giorgetto Giugiaro – “il mio amico Giorgetto” – gran parte del discorso di insediamento di de Silva, che questa mattina ha incontrato la stampa nella sede di Moncalieri. De Silva ha ricordato il Giugiaro “storico”, che insieme ad Aldo Mantovani ha “realizzato oggetti sublimi” e “fatto la fortuna di tante case automobilistiche”, ma anche il Giugiaro più recente, quello per cui “non è stato facile passare dalla conduzione familiare all’integrazione con un grande gruppo come Volkswagen”, e che lasciandosi comprare dai tedeschi “ha messo al riparo questa azienda dai temporali, a differenza di altre realtà del territorio”, con riferimento nemmeno troppo velato alla disastrosa vicenda Carrozzeria Bertone. “Onore a Giorgetto Giugiaro”, ha concluso de Silva, tirandosi fuori dagli attriti interni al gruppo che, con l’uscita di scena del grande vecchio Ferdinand Piech, hanno probabilmente costretto Giugiaro a fare un passo indietro.

Walter de’ Silva è accompagnato nella nuova avventura Italdesign dall’amministratore delegato Jörg Astalosh, 43enne ingegnere tedesco cresciuto in Volkswagen proprio al fianco dell’ex presidente Piech, e dal direttore dello Stile Filippo Perini, che de Silva dice di aver voluto perché “è l’uomo giusto al posto giusto, un ingegnere con una passione sconfinata per l’auto, e per di più italiano”. Dopo una fase iniziale di transizione, Perini lascerà il suo incarico di responsabile del design Lamborghini – ha firmato, fra le altre, l’Aventador, la Huracán e della prossima Suv Urus – per prendere le redini “artistiche” dell’azienda di Moncalieri, che con i suoi quasi mille dipendenti continuerà a lavorare a tutti i progetti del gruppo Volkswagen in competizione con i singoli centri stile dei marchi.

Ma le ambizioni di de Silva vanno ben oltre la gestione ordinaria di una macchina ben avviata e in continua crescita (entro la fine dell’anno sono previste altre 50 assunzioni). Il suo cuore è sempre rimasto profondamente italiano nonostante lavori all’estero da 1999, e ora che ha 64 anni inizia a pensare di lasciare un segno in patria. Intanto con l’idea di inaugurare un Museo dello Stile italiano insieme al Museo dell’automobile di Torino, e poi valorizzando le competenze automobilistiche presenti nel capoluogo piemontese – città che va “risvegliata come la Bella Addormentata” – con la fondazione di una Accademia Italdesign, la cui definizione più appropriata, dice, è il Magistero della Carrozzeria italiana. “Per fare innovazione bisogna partire dalla formazione dei giovani”, sostiene de Silva, che per questo ha immaginato un corso post laurea a cui saranno ammessi i migliori studenti dei politecnici e delle scuole di design di tutto il mondo. L’Accademia sarà realizzata nel torinese – la sede è ancora da stabilire, così come i contatti con le autorità locali – e dovrebbe entrare a regime con vero e proprio campus nel 2018, in occasione dei 50 anni della Italdesign. L’obiettivo? Niente di meno che diventare “la miglior accademia di design al mondo”, con un corpo docente affollato di personalità di peso provenienti anche dalle aziende. De Silva sarà impegnato personalmente nel progetto e presiederà fra l’altro il “consiglio dei maestri”, il cui primo invitato, guarda caso, sarà proprio Giorgetto Giugiaro.

Nella foto in alto, da sinistra, l’amministratore delegato della Italdesign Giugiaro Jörg Astalosh, il presidente Walter de Silva e il responsabile del Design Filippo Perino a fianco della prima Fiat Panda, firmata da Giorgetto Giugiaro nel 1980.

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