Durante la su recente visita in Kenya, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha preso parte a un ballo tradizionale keniota, la ‘Lipala‘, insieme ai suoi familiari, al presidente keniano Uhuru Kenyatta e a sua moglie Margaret. Il fuoriprogramma è avvenuto alla State House di Nairobi durante la manifestazione canora di un gruppo locale afro-pop, i Sauti Sol. Quella di Obama è la prima visita in Kenya di un presidente statunitense in carica. Nella terra dei suoi avi, l’inquilino della Casa Bianca ha insistito nel presentare la visita – che oggi prosegue con una tappa in Etiopia – come un’opportunità e un’apertura cruciale per gli Stati Uniti, nel tentativo di ‘recuperare’ in un territorio che ha attratto poco l’attenzione americana e dove la Cina è già arrivata. A partire dai rapporti commerciali, obiettivo che fa della visita una ‘missione‘, data anche la folta delegazione al seguito che ha avuto il compito di centrare l’obiettivo di Washington, ovvero siglare accordi che facilitino investimenti in Kenya per le società americane. “Vediamo con favore gli aiuti cinesi in Africa. Crediamo sia una cosa buona. Non vogliamo scoraggiarli – ha detto ancora Obama – ma quello che mi preme è assicurare che i benefici arrivino anche ai comuni cittadini e non siano solo per pochi. Credo quindi che possiamo dare forma ad un’agenda in cui Cina, Europa e Stati Uniti lavorino insieme su queste questioni”. La visita ‘da presidente’ in primo piano quindi, ma senza dimenticare la famiglia. Le immagini gia’ al suo arrivo sono eloquenti: appena sbarcato dall’Air Force One e’ stato accolto dalla sorellastra Auma, che lo ha abbracciato calorosamente. Poi una cena in famiglia: una trentina di persone sedute in due lunghe tavolate e nel mezzo Barack Obama con accanto a destra la nonna nota come ‘Mama Sarah‘ e a sinistra la sorella Auma Obama. “Di una cosa sono certo, tornerò. Probabilmente senza questo vestito, l’ultima volta ero qui in jeans”, ha assicurato Obama rispondendo a domande sul suo rapporto con il paese africano dopo la fine della sua presidenza. “E tornerà anche Michelle, anche Malia e Sasha“, ha detto ancora, aggiungendo che “da privati cittadini si può essere paradossalmente più liberi”, facendo così riferimento al possibile impegno in Kenya dopo la fine della sua presidenza
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