BOTA CAFE’
di Iris Elezi, Thomas Logoreci – Albania/Italia 2014, dur. 100 – Con Flonja Kodheli, Fioralba Kryemadhi

In una terra di nessuno sulle rive del mare albanese si trova una palafitta con otto tavolini e sedie in legno, uno Jagermeister dietro al bancone, una vecchia auto parcheggiata sul tetto, e parecchie mucche a passeggiare davanti alla porta. E’ il Bota Café: un bar dove non succede mai nulla, dove il tran tran quotidiano del proprietario Beni, dell’amante Nora e della barista Juli, sembrano non avere sbocchi se non nella ciclica ripetitività. Fino a quando la terra dovrà nuovamente subire una trasformazione, con un’autostrada in costruzione a qualche chilometro che taglierà fuori il commercio del Bota, ma che soprattutto farà riemergere materialmente tra fango e sabbia le radici di un passato nazionale legato alla dittatura comunista rea di aver segregato gli indesiderati politici proprio nei caseggiati isolati attorno a quel bar. Un film apparentemente comicheggiante che muta gradualmente in un tragico apologo sulle ferite non rimarginabili della storia patria, con un finale che lascia senza fiato e fa esplodere la poeticità di un ballo liberatorio in campo lungo. Co-sceneggiatrice del film è Stefania Casini, l’attrice che in Novecento stuzzica i corpi nudi di Depardieu e De Niro. 3/5