Dopo la richiesta di Raffaele Cantone, il prefetto di Catania, Maria Guia Federico, ha commissariato il Cara di Mineo.  L’incarico di commissario straordinario è stato assegnato all’avvocato dello Stato Maria Nicotra, come “adesione alla proposta formulata con nota del 19 giugno scorso dal presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone”.

 Il presidente dell’Anticorruzione, infatti, aveva preso carta e penna, per scrivere alla prefettura di Catania e chiedere di commissariare l’appalto di gestione del centro richiedenti asilo. Una gara da quasi cento milioni milioni di euro, bandita nel giugno del 2014, aveva assegnato la gestione del Cara ad un’associazione temporanea d’imprese bipartisan: si andava dalla Sisifo, iscritta a Legacoop, fino alla Cascina, vicina a Comunione e Liberazione.

Nella commissione aggiudicatrice della gara sedeva anche Luca Odevaine, l’ex vicecapo di gabinetto di Walter Veltroni, arrestato nell’inchiesta Mafia Capitale.  L’indagine della procura di Roma mette allo scoperto le relazioni che gravitavano attorno al Cara di Mineo, e dal 2015 anche la procura di Catania ha aperto un’inchiesta su quell’appalto da cento milioni: tra gli indagati anche il sottosegretario all’Agricoltura Giuseppe Castiglione, leader del Nuovo Centrodestra in Sicilia.

Già nel febbraio del 2015 Cantone aveva giudicato l’appalto per la gestione di Mineo come “illegittimo”, ma Giovanni Ferrera, direttore generale del Consorzio Calatino Terra di Accoglienza (ente attuatore del Cara), aveva bollato il parere di Cantone come “non vincolante”. Cantone a quel punto scrive direttamente al ministro Angelino Alfano: una lettera datata 27 maggio, che però, come raccontato dal Fatto Quotidiano, non aveva ottenuto risposta alcuna.

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