Cinque nomi sono finiti sul tavolo della Procura di Brindisi, che indaga sull’incidente nella scuola elementare Pessina di Ostuni nel quale sono rimasti feriti due alunni e un insegnante. Si tratta del capo dell’Ufficio tecnico Roberto Melpignano, del direttore lavori Salvatore Molentino, dei due titolari delle ditte che hanno eseguito i lavori, Palmiro Brocca e Messapica Costruzioni, e del collaudatore Michele Fuzio. Non sono iscritti nel registro degli indagati né hanno ricevuto avvisi di garanzia. L’elenco segnalato dalla polizia giudiziaria sarà valutato dal pm Pierpaolo Montinaro che indaga per crollo colposo e lesioni e deciderà nei prossimi giorni chi coinvolgere nel giro di informazioni di garanzia in vista degli accertamenti tecnici irripetibili.

Faraone: “Individuare i responsabili di questa vergogna”
Al vaglio della Procura c’è anche una prima, corposa informativa stilata dalla polizia del commissariato ostunese in collaborazione con i vigili del fuoco dopo i sopralluoghi effettuati lunedì e il primo giro di persone ascoltate. Tutto ruota attorno a chi ha intonacato l’aula al piano terra della scuola, inaugurata appena tre mesi fa. Il sottosegretario del Miur Davide Faraone in mattinata è tornato sull’argomento parlando di “responsabilità oggettive” per il crollo che ha provocato la frattura del malleolo a una maestra e lesioni giudicate guaribili in 10 e 15 giorni a due bambini di 8 e 7 anni. Faraone ha poi rincarato nel pomeriggio: “A Ostuni per essere vicini alla comunità scolastica e per prendere impegno come Miur. Individuare i responsabili di questa vergogna”, ha twittato. Sarà un lavoro certosino, quello che gli inquirenti dovranno svolgere. Perché i lavori nel Pessina sono durati oltre quattro anni e hanno interessato più imprese.

Il rebus degli intonaci
Iniziati il 7 ottobre 2010, hanno subito uno stop nel giugno 2012 per poi riprendere un anno dopo. Fino all’estate di tre anni fa all’interno dell’edificio ha lavorato solo la ditta leccese Palmiro Brocca, vincitrice dell’appalto con un ribasso del 25,47%. Solo che, come ha confermato ieri l’impresa salentina, non tutti i lavori vengono terminati. Quali? È scritto nella determina di liquidazione adottata dal dirigente del Settore Lavori pubblici nell’agosto 2013. Si legge nel documento del Comune di Ostuni che “rispetto al programma costruttivo del progetto esecutivo, risultano non realizzati” tre lavori, tra cui la “realizzazione degli intonaci all’intradosso dell’ala Est del solaio di copertura del piano terra”.

Secondo quanto risulta ailfattoquotidiano.it proprio in quella zona si trova la classe 2^ E, quella colpita dal crollo. Ma l’altra ditta che successivamente ha partecipato ai lavori, la Messapica Intonaci, già ieri aveva detto a ilfattoquotidiano.it che “il nostro era solo un lavoro di finitura, gli intonaci erano già stati posati”. Concetto ribadito oggi dall’avvocato della ditta, Carlo Annese, secondo cui “dal sopralluogo effettuato ieri quella classe non è stata interessata dai lavori della Messapica”. Dalle determine disponibili sul sito del Comune risulta però che nel giugno 2013, un anno dopo la fine della prima parte della ristrutturazione, alla Messapica vengono affidati “lavori di intonacatura di alcune superfici interne” per un importo complessivo di 30mila euro. E quaranta giorni dopo una nuova trance di “lavori di rifinitura a stucco liscio lavabile delle pareti interne” per altri 44mila euro. Chi ha realizzato quindi gli intonaci in quella classe? Un rebus. Il primo che cercherà di risolvere la Procura brindisina.

Twitter: @AndreaTundo1

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