Che Matteo Salvini abbia pronunciato quella frase per irrobustire il suo profilo xenofobo non c’è dubbio. Ma non vi è ombra di dubbio che solo l’ipocrisia, compagna fedele della disumanità, può accettare che delle persone debbano vivere in campi che sono fogne, luoghi malsani, pericolosi, aree di sosta per rifiuti speciali. La nostra cattiva coscienza ci porta a destinare per i rom, che mal sopportiamo, dei recinti di periferia. A nessun umano sarebbe riservato un simile trattamento. A loro sì. Li ficchiamo in quelle baracche luride e aspettiamo – per poi denunciarla con la esatta viltà delle parole di Salvini – che la loro sporcizia esondi, che i caratteri della loro estraneità pongano in essere atti incivili. Impieghiamo, affinché il delitto sia perfetto, fior di quattrini che infatti diventano essi stessi l’unico motivo del nostro interesse.

Solo il Comune di Roma, e solo per l’alfabetizzazione dei giovanissimi, impegna centinaia di migliaia di euro all’anno. Avrebbero, i figli dei rom, il diritto di andare a scuola. Ma quel diritto, che è un obbligo per chi esercita la patria potestà, non viene fatto osservare. I soldi volano nelle tasche dei nostri connazionali, avidi appaltatori delle deleghe per l’integrazione, mentre i bimbi vagano per le strade, trascinati all’orribile rito quotidiano dell’elemosina o del furto con destrezza.

Nessuno nasce ladro. Ma quei bimbi non avranno altro futuro che il marciapiedi, altra vita che le baracche e altro spasso che i rifiuti. Solo l’incommensurabile ipocrisia con la quale affrontiamo i nostri impegni verso questo popolo ci permette di sottrarci alla regola minima di un dovere inderogabile: offrire le minime condizioni di vita civile. E poi chiedere a ciascuno anche con severità di rispettare le regole di convivenza e i doveri che ne discendono. Compreso quello di contribuire economicamente, naturalmente nelle forme appropriate e nella misura possibile, per i servizi ottenuti. Per questo i campi rom vanno rasi al suolo, senza se e senza ma.

Il Fatto Quotidiano, 10 aprile 2015

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