Il presidente in carica dichiarato decaduto per “un’insanabile oggettiva distonia” con il codice etico e dello statuto. Ma il commissario straordinario chiamato a sostituirlo è imputato per truffa ai danni della Regione. Succede alla sezione di Siracusa di Confindustria, il cui presidente è stato fino al 16 dicembre scorso Francesco Siracusano, ex capo del personale Erg-Isab, dichiarato decaduto con effetto immediato dal collegio dei probiviri, perché con il suo comportamento aveva provocato “un’insanabile oggettiva distonia” del codice etico e dello statuto, infrangendo la regola interna di spending review e favorendo un avvicendamento di cariche tra due dipendenti. Per riparare al danno, tuttavia, i probiviri hanno nominato commissario straordinario Ivo Blandina, ex presidente della sezione di Messina e vicepresidente regionale dell’unione degli industriali e attualmente imputato per “truffa ai danni della Regione Sicilia”. “Sono reati gravi – ammette Blandina – Sto vivendo un calvario, ma sono sicuro che ci sarà un’assoluzione piena, perché sono estraneo a questa storia“.

La vicenda riguarda uno yacht di lusso acquistato dagli imprenditori messinesi Nino e Giacomo Giordano insieme ad altri due soci con finanziamenti regionali, circa 552mila euro, che in realtà erano destinati a comprare 24 imbarcazioni per il trasporto e la promozione del turismo nell’isola. Secondo le indagini della magistratura lo yacht sarebbe stato utilizzato per finalità personali e ormeggiato nel porticciolo di Marina di Nettuno a Messina, amministrato dalla Comet di Blandina. Al neocommissario viene imputato di aver stipulato un contratto, per la durata di 5 anni, nella quale veniva fatto risultare che l’imbarcazione si trovava nel capoluogo peloritano mentre in realtà si trovava a Milazzo. “Avevo rimesso tutto i miei mandati ai referenti nazionali e regionali – sottolinea – ma mi hanno confermato di rimanere al mio posto, innanzitutto perché la mia attuale condizione non è incompatibile con l’assunzione di ruoli o di cariche”. Forse le cose sarebbero potute cambiare con il rinvio a giudizio, ma anche in questo caso Blandina è riconfermato alla vicepresidenza regionale da Antonello Montante, simbolo dell’antiracket di Confindustria Sicilia coinvolto di recente in un’inchiesta per fatti di mafia. Il processo è iniziato circa un anno fa a Messina.

Eppure il “Codice etico e dei valori associativi”, approvato da Confindustria il 29 luglio scorso, “tutti gli associati devono evitare comportamenti che possano ledere l’unità, la funzionalità e il decoro” dell’organizzazione “impegnandosi a rimettere il proprio mandato o autosospendersi in caso d’incompatibilità o di azioni lesive per il sistema nelle sue varie articolazioni”. IlFattoQuotidiano.it ha provato a chiedere una replica a Confindustria, sia a Palermo che a Roma. Dalla Sicilia fanno sapere che la nomina di Blandina è stata dettata dai probiviri e quindi è di competenza della Capitale, mentre da viale dell’Astronomia si limitano a dire che “se una figura interna all’associazione è rinviata a giudizio, il consiglio dei probiviri valuta eventuali conseguenze”. Quindi si presume che in questo caso il giudizio su Blandina sia stato positivo. “Non c’è incompatibilità. Sono sereno, per me vale il mio lavoro in Confindustria e la mia storia”, aggiunge Blandina. E sulla possibilità di declinare la richiesta dei probiviri proprio per non intaccare il codice etico, Blandina non desiste: “Avrei potuto rifiutare, ma non l’ho fatto per un senso di responsabilità nei confronti del sistema al quale appartengo, pur sapendo che se avessi accettato, primo o poi sarebbe venuta a galla la storia del processo”.

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