“Mio papà non ha un lavoro mi puoi aiutare?”. Gideon ha sette anni, frequenta la scuola primaria del Collegio Immacolata a Conegliano, comune di 34 mila abitanti, in provincia di Treviso. Suo papà, Patrick Aduhene è ghanese. Uno dei tanti arrivati in Italia con una laurea in mano che in Italia non conta nulla. Da quattro anni non lavora. Anzi il verbo corretto è l’imperfetto, non lavorava perché da qualche giorno grazie a Gregorio, compagno di scuola di suo figlio, un’occupazione ce l’ha. Potrebbe sembrare una fiaba ma non lo è.

È la storia di due bambini che non hanno fatto nulla di eccezionale. Si sono solo confidati. A dare il lieto fine ci ha pensato poi la sensibilità del nonno di Gregorio, Oliviero Spolaor, titolare di un’azienda alimentare. Uno di quegli imprenditori del Nord Est che si è fatto da solo, dedicando la vita al lavoro e alla famiglia. Gideon una mattina sui banchi della scuola parla di papà al compagno di banco, all’amico del cuore. Un gesto tra bambini, un raccontarsi che non ha nulla a che vedere con la malizia dei grandi. Suo papà non trova un posto, è la mamma che guadagna qualcosa ma in casa sono in cinque: oltre ai genitori ci sono due fratellini.

Gideon parla a Gregorio con la schiettezza di chi ha sette anni, senza vergogna e timidezza. Ma quelle parole a Gregorio restano in testa. Tornato a casa non resta indifferente. Lui abituato a vedere mamma e papà che un lavoro ce l’hanno, nato in una famiglia di imprenditori, con nonno Oliverio e nonna Rita (nella foto dal sito dell’azienda, ndr) che mandano avanti un’azienda da venticinque anni, probabilmente non si capacità all’idea che il papà di Gideon non abbia un lavoro.

Ne parla a mamma Francesca, le spiega quanto ha sentito dal compagno di banco e le chiede se si può far qualcosa. È in quel momento che i “grandi” fanno la loro parte: si parlano, capiscono e non perdono tempo. Nonno Oliverio, 76 anni, si emoziona a sentire il nipotino. Comprende che in quelle parole, in quella storia raccontata da un bambino, c’è un appello. Non perde un solo attimo. Non chiede nulla al ghanese. Lo chiama in azienda e gli offre un posto. Una sorpresa per Patrick che da qualche settimana è parte della catena di produzione della “Capponi & Spolaor”.

Non se l’aspettava proprio che il piccolo Gideon con la complicità di Gregorio, riuscisse a ridargli il sorriso. Una lezione di vita per i concittadini dell’imprenditore che in città è conosciuto da tutti: negli anni settanta aveva aperto una gastronomia fra le prime nella zona. Rispondendo ad una richiesta di mercato, i coniugi Oliviero hanno sviluppato un laboratorio per l’arrostimento di carni suine, bovine ed avicole, fondando nel 1989 l’azienda, riconosciuta per la qualità dei suoi prodotti e l’attenzione alla tradizione. Tutto a conduzione famigliare. In questi giorni a Conegliano, amministrata dal centrodestra, non si fa altro che parlare di quanto ha fatto l’imprenditore di Santa Lucia di Piave ma soprattutto di come due bambini abbiano potuto dare un esempio di integrazione.

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