Quel che sarò costretto a raccontarvi in questo articolo onestamente lascia difficile spazio alle elucubrazioni. È un banale dato di fatto. Del quale, in tutta onestà, non avevo contezza fino a qualche giorno fa. Parlo del divario infrastrutturale nella rete ferroviaria nazionale, tra Nord e Sud. Quel che dirò, purtroppo per noi meridionali, non presta il fianco ad alcuna contestazione, come leggerete qui di seguito. E non fa ridere affatto, al netto di una inevitabile e triste ironia.

Andiamo sul sito di Trenitalia. In homepage esiste un comodo sistema di pianificazione spostamenti, si introduce la città di partenza e quella di arrivo. E una data. Scegliamo un giorno feriale e vediamo quanti treni son disponibili per spostarci, ad esempio, da Roma Termini a Milano Centrale.

Il sistema informatico del sito, alla richiesta di un treno Freccia, per un giorno feriale qualsiasi, restituisce 34 soluzioni, prevalentemente in Frecciarossa, con un prezzo a partire da 59€ o 69 €, circa. Per le soluzioni in Frecciabianca il prezzo è di circa 61€. I tempi di percorrenza medi sono meno di 3 ore.

Rifaccio la ricerca, per il medesimo giorno, scegliendo come destinazione Lecce, sempre partendo da Roma.

Per lo stesso giorno infrasettimanale, trovo solo 3 treni. Nessuna traccia del Frecciarossa, in questo caso. Solo Frecciargento. Ma per sentirsi tutti italiani, il prezzo è praticamente identico al Frecciarossa Roma-Milano: siamo attestati sui 66 euro. Con tempi di percorrenza di 5 ore e mezzo. Andate a vedere, se non ci credete.

Un divario simile non me lo aspettavo. Sono cose che fanno sentire tutto il peso di una discriminazione. Sia pure di tipo esclusivamente infrastrutturale. Parlo di discriminazione perché nel Paese non abbiamo tutti le medesime opportunità di spostamento. E la cosa, se permettete, infastidisce.

Poi ci sono alcune situazioni paradossali. Di quelle che solo in Italia… Provate a cercare un collegamento ferroviario tra Palermo e Trapani. Troverete zero treni Freccia. In compenso, se cercate gli altri treni disponibili, troverete dei regionali che vi permetteranno di coprire poco più di 100 km in “soltanto” 3 ore e 46 minuti. Per esser precisi… più agevole fare il pendolare tra Roma e Milano che tra Palermo e Trapani, insomma.

Se pensate che al peggio vi sia sempre fine, cercate un treno Freccia tra Napoli e Bari: due tra i più importanti centri metropolitani dell’Italia meridionale continentale. Anzi, risparmiatevi la fatica. La risposta del sistema è quella che trovate qua sotto: ho salvato la schermata: ‘Nessuna soluzione trovata‘.

ferrovie-cannavale-1

Se invece, anche in questo caso, cercate “altri treni” per andare dall’ex capitale partenopea a Bari, troverete treni regionali, Intercity e Frecciabianca, prevalentemente con prezzi tra 28 e 35 € circa, per coprire appena 270 km in circa 4 o 6 ore. In auto ci si impiega, via autostrada, circa due ore e mezzo. Dimenticavo, tutte le soluzioni che ho trovato prevedono un cambio.

Non azzardatevi a cercare un collegamento con Matera, capitale della cultura 2019. Immagino che Morgan Freeman, per girare le scene del nuovo colossal Ben Hur nella città più antica del mondo, patrimonio Unesco, ce lo abbiano portato in elicottero. O in autobus…

Credo sia legittimo pretendere che questo scenario venga stravolto. In tempi rapidi. Tutto il Paese deve avere le medesime opportunità infrastrutturali. Altrimenti inutile stare a piangere sulla questione meridionale e invocare che al sud “si rimbocchino le maniche”, come fanno tanti personaggi tronfi di qualunquismo celodurista. È un dato di una tale ovvietà che anche star qui a scriverne mi mette la nausea.

Nel frattempo, leggetevi l’allegato Infrastrutture del governo Renzi. Al suo interno si legge dell’esigenza di una “pariteticità funzionale tra ambiti territoriali del Paese”, con un elenco di anomalie quali la Salerno-Reggio Calabria o la Catania-Siracusa, ancora incomplete dopo 50 anni.

Sulle ragioni di questi ritardi tanto si è parlato e qui sarebbe superfluo indugiare. Quel che sorprende è che, a fronte di un tale divario infrastrutturale, sopra brevemente accennato nella sua catastrofica entità, si debba poi leggere che gli investimenti per la rete ferroviaria destinino briciole, al Sud, rispetto al Centro-Nord. Su il Mattino, Marco Esposito ha parlato del solo 1,2% al Sud.

ferrovie-cannavale-2

Scippo di Stato

di Daniele Martini 12€ Acquista
Articolo Precedente

Curare in modo alternativo: il Tango argentino come terapia

next
Articolo Successivo

La libertà non è star sopra un albero

next