L’Expo è una grande opportunità per valorizzare il patrimonio culturale del nostro Paese. Il ministro della Cultura Dario Franceschini si concentra sull’esposizione universale perché l’obiettivo è “quello di rendere più competitiva possibile l’offerta culturale italiana”. Come? Anche con la tecnologia. Perché no, con un sito. Che è stato inaugurato oggi e si chiama verybello.it: niente di più di un aggregatore che riunisce oltre 1300 eventi che si svolgeranno in Italia da Nord a Sud, dalle grandi città ai piccoli borghi, da maggio a ottobre 2015. La piattaforma è stata presentata a Palazzo Chigi dal ministro per i Beni culturali, quello delle Politiche agricole Maurizio Martina, e dal commissario per Expo 2015, Giuseppe Sala. Perché l’esposizione di Milano “sarà l’occasione in cui ci ritroverà a vedere l’Italia con occhi stupiti e ammirati, gli stessi con cui la vedono i turisti“.

Visto che è stata creata per un evento internazionale, in quante lingue è consultabile la piattaforma? In una: italiano. Niente inglese, spagnolo, cinese o arabo e l’annotazione “beta version” in fondo alla pagina (alla quale non si arriva mai, perché il sito ricarica una lista interminabile di eventi) non giustifica la totale inutilità da parte di chi non conosce la nostra lingua. Ad esempio da parte dei turisti di cui parla Franceschini. Il design? Sciatto e anonimo, come se fosse un blog qualsiasi. Andiamo oltre: l’interattività sbandierata alla presentazione a Palazzo Chigi rimane pura teoria. (A meno che per “interattivo” non intendessero “semplicemente online”). L’immagine di apertura – nel caso in cui si riesca ad accedere al sito, lentissimo – è un’Italia vista dal satellite che, però, taglia mezza Calabria e tutta la Sicilia. Un Belpaese a tre quarti o quasi, attraversato dalla scritta in bianco “VeryBello!”.

Nomen omen? Per niente. Per verificarlo, oltre che ad affidarsi al proprio gusto estetico, basta scorrere i messaggi su Twitter che hanno portato l’hashtag  in cima ai trending topic nazionali. “La frase d’un coatto di paese mi par, nell’approcciare una straniera sfoggiando maccheronico il suo inglese”, commenta l’utente Dante Alighieri.

Quella di oggi è un’iniziativa del ministero che ad alcuni fa rimpiangere il Francesco Rutelli ex ministro, lo stesso che in inglese ostentato chiedeva con voce sincopata agli stranieri: “Please, visit Italy“. Erano i tempi di Italia.it, il sito sul quale si erano concentrate le aspettative per rilanciare il turismo Made in Italy e che, dopo una sequela di decolli mai avvenuti e per il quale erano stati stanziati 45 milioni di euro, aveva cessato di essere operativo nel 2008. Poi è ripartito, nel saliscendi di vicissitudini governative da Berlusconi a Renzi.

Tornando al debutto online di oggi, molti utenti si limitano a scrivere “ma che davvero?”, o “non ci posso credere”. Tra chi invece riesce ad andare oltre lo sconcerto, nessuno che apprezzi la scelta linguistica per il nuovo portale:  “Verybello comunque fa rima con sfracello”, “Dante, Petrarca, Boccaccio, Ariosto, Leopardi, Montale, Ungaretti sono vissuti inutilmente. ha ucciso la lingua italiana”. E ancora: “Ma un nome meno truzzo di  il ministero dei Beni culturali non poteva trovarlo?”, “Non capisco perché e non o ?”, “più che il nome di un portale, pare il titolo di un film featuring Costantino Vitagliano e Daniele Interrante “. Poi, c’è chi spera ancora: “Si, è un fake non c’è dubbio. Non può essere”.

E invece no, è tutto vero. Ma ci sono due utenti in netta controtendenza su Twitter: Martina e Franceschini. Entusiasti della piattaforma. Per il ministro dell’agricoltura, addirittura, il sito sarà il “volano dell’economia”. Peccato, perché per gli utenti di verybello in tutto questo non c’è niente.

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