“Un uomo coraggioso, capace di svelare i misteri italiani, alla ricerca della verità”. Così il mondo del cinema e non solo saluta il maestro Francesco Rosi, scomparso il 10 gennaio scorso. Accanto alla figlia Carolina, nella camera ardente allestita all’interno della Casa del cinema a Villa Borghese a Roma, i grandi maestri come Ettore Scola, Giuseppe Tornatore, Marco Tullio Giordana e Roberto Andò. Alla commemorazione presenti anche il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, e il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini. “Era un uomo della legalità e della verità e per i magistrati è stato un punto di riferimento. Li ha difesi quando parte della sinistra li attaccava durante il periodo delle brigate rosse”, afferma il magistrato Ferdinando Imposimato che aggiunge: “Io l’avrei nominato senatore a vita per gli alti meriti sociali e artistici”. Oltre al suo impegno sociale e civile, tutti ricordano la sua umanità. “Non si rifugiava in una torre d’avorio, era un uomo generoso, pronto a confrontarsi”, dice il produttore Aurelio De Laurentis. “I suo film hanno dato gli occhi che l’Italia avrebbe dovuto avere in ogni momento”, aggiunge il giornalista Furio Colombo. “Basta guadare ‘Salvatore Giuliano’ o ‘Mattei’ per capire come la tv e tutto il giornalismo si siano ispirati alle sue opere” aggiunge il regista Paolo Virzì. “Speriamo che venga ricordato come merita, ma non ho visto gli ‘Uomini contro‘ trasmesso in nessuna emittente e questo mi dispiace”, chiosa con una punta di polemica l’attore e regista Michele Placido  di Irene Buscemi

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