Le grane inglesi di Cellino non finiscono mai. L’ultima tappa della querelle che vede contrapposto il proprietario del Leeds United e la Football League inglese è di lunedì mattina. Un nuovo pronunciamento della seconda lega professionistica britannica inchioda l’ex patron del Cagliari: “Non ha i requisiti necessari per essere proprietario”. Sembrava che i problemi di Cellino fossero ormai solo legati a come tirar fuori la squadra dalle cattive acque in cui naviga, appena 15esima nella Serie B inglese. Invece il board ha ribadito nuovamente il concetto già espresso la scorsa primavera. Tutto ruota attorno alla condanna di primo grado per evasione fiscale che il 58enne cagliaritano ha ricevuto in Italia. Una storia legata all’importazione dagli Stati Uniti di uno yacht, sul quale secondo il giudice cagliaritano Sandra Lepore non sarebbero stati pagati 400mila euro di Iva. Tanto è bastato al board inglese per affermare che Cellino “può essere ragionevolmente considerato un disonesto” e squalificarlo fino al 18 marzo 2015. Fino a quella data non potrà ricoprire ruoli di direzione all’interno del club e dovrà rassegnare le dimissioni da presidente.

Ma non è scritta la parola fine, perché il documento della Football League concede due settimane di tempo per proporre ricorso. E fino a quando non ci sarà il nuovo pronunciamento, l’applicazione della sentenza dovrebbe essere congelata. Anche perché di giravolte finora se ne sono viste parecchie. Tutto inizia nel gennaio 2014, quando l’acquisto del Leeds da parte di Cellino viene dato per fatto. Ma la Lega inglese prevede una test fit and proper che stabilisce l’idoneità o meno per chi rileva quote di un club superiori al 30 per cento. Il risultato arriva il 24 marzo e sbarra le porte a Cellino. Ma la sentenza d’appello ribalta il verdetto e dà il via libera all’operazione.

È il 9 aprile quando lo studio legale Mischon de Reya annuncia l’accoglimento del ricorso e Cellino diventa ufficialmente proprietario del 75% di azioni dello storico club inglese. La decisione viene presa dal giudice Tim Kerr che sottolinea come non si possa sapere con certezza se Cellino sia o meno disonesto, perché secondo la legge italiana si possono evadere le tasse anche per dimenticanza o errore. Come riportato dal Guardian, la commissione è quindi rimasta in attesa di una relazione del giudice Lepore prima d’intervenire. Ricevute le carte dall’Italia, alla prima riunione la Football League è tornata a discutere dell’argomento votando all’unanimità lo stop per Cellino che si era appellato alla presunzione d’innocenza, visto che la sentenza è di primo grado. Ma lo schema seguito dalla Lega è più duro, perché parla di “ragionevoli certezze” di disonestà, evidentemente espresse già nelle motivazioni della sentenza di primo grado dove Lepore scrive di “schermi societari fasulli” e di “operazioni machiavelliche”.

Il Leeds parla di decisione “destabilizzante per il club”, impelagato anche in una difficile situazione di classifica. Tanto che a fine ottobre era stato sollevato dall’incarico anche Darko Milanic, terzo allenatore cacciato da Cellino in sei mesi dopo Brian McDermott e David Hockaday. I tifosi sono sempre più arrabbiati, non avendo mai visto di buon occhio il nuovo proprietario già prima che l’affare si concretizzasse. Ora dovranno attendere altri quindici giorni. Poi forse verrà pronunciata l’ultima parola sulla vicenda.

Twitter: @AndreaTundo1

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