La vicenda M5S-tivù sta diventando sempre più uno psicodramma. Ci mancava solo lo scontro tra Walter Rizzetto e Beppe Grillo. Non ha fatto mancare il suo pensiero anche Serenella Fucksia, instancabile disboscatrice di consensi. In attesa di comprendere perché Tafazzi sia diventato lo stratega del Movimento 5 Stelle, sorge una curiosità: non è che, per caso, Grillo e Casaleggio non vogliono che i parlamentari vadano in tivù perché li ritengono inefficaci? All’inizio era così e, per acquisire consensi, bastava che Grillo costringesse la tivù a parlare di lui. Poi però qualcosa, anzi molto, è cambiato. Il “no” alla tivù, spiegato più volte in cervellotici post sul blog di Grillo, ha certo una valenza ideologica per Casaleggio, secondo il quale la tivù è morta come pure i giornali. I talk show agonizzano. Tutto vero o verosimile. Come è vero che, nonostante la tivù, il M5S ha perso le Europee. Certo, però a maggio ha superato il 20%: sarebbe accaduto senza tivù? Oltretutto quello che inciampò sul traguardo fu Grillo da Vespa, mica la Taverna a UnoMattina.

Casaleggio è persona intelligente e dunque sa che, per quanto sofferente, la televisione è ancora un proscenio irrinunciabile. Non andarci è masochismo puro. Ancor più considerando che M5S ha percentuali fiammeggianti tra i giovani ma tra gli over 50 lo votano in pochi: come fai a convincere il nonno di Rigutino e la casalinga di Voghera se non vai in tivù? C’è però qualcosa di più. Grillo e Casaleggio, forse, temono che la tivù sia ancora indigesta a molti “cittadini 5 Stelle”. Dal febbraio 2013 a oggi è cresciuta una classe politica “grillina” in grado di maneggiare la tivù oppure no? I 5 Stelle, al momento, frequentano pigramente solo tiggì e trasmissioni locali: ci sanno fare? A volte sì, a volte no. È qualcosa che, su scala nazionale, si può dire anche dei “giovani” Pd e Forza Italia. Il livello è francamente avvilente. I migliori politici quarantenni, in tivù, sono Renzi e Salvini. Entrambi leader, entrambi solitamente ben trattati da chi gestisce i salotti televisivi (cosa che non capita ai 5 Stelle, e questo non gli facilita il compito). Salvini, ormai, vive in tivù. E si guarda bene dal mandarci altri parlamentari leghisti, perché ne conosce l’impalpabilità. Renzi, al contrario, lascia che il piccolo schermo sia invaso da marginalissimi yesmen e comicissime vestali. Tra i pochi a salvarsi ci sono Richetti, Taddei e forse la Serracchiani. Il resto è uno strazio. È vero che, se in tivù ci vanno le Picierno e le Lara Comi, le Moretti e i Kalid Chaouki, ci possono davvero andare tutti. Ma proprio tutti. E dunque la paura di Grillo e Casaleggio è forse ingiustificata. Resta però il problema della resa televisiva, ancor più per un movimento che non gode di stampa favorevole e dunque deve sempre risultare perfetto: se la Picierno dice una sciocchezza è normale, se la dice la Taverna la ammazzano.

Allo stato attuale i 5 Stelle sono rappresentati in tivù soltanto da supporter che più parlano e più sottraggono voti. È il caso di Becchi, autentico e ormai tenero Comunardo Niccolai grillino. Ed è ancora più il caso di tal Martinelli, che Mediaset chiama giustamente in continuazione perché la sua capacità di disintegrare consenso è instancabile. La tivù non è né un bene né un male in sé: è uno strumento. O lo sai usare o è bene che te ne stai a casa. La Santanchè sapeva (sa?) domarlo, Mario Giarrusso proprio no. Molti 5 Stelle sono preparati, ma questo non li rende automaticamente adatti alla tivù: sono sport diversi. Chi è che, tra i 5 Stelle, sa essere efficace? Di sicuro il manga-cyborg Luigi Di Maio. Alessandro Di Battista, efficace da Mentana e Santoro. Nicola Morra, bravo da Mentana e meno da Formigli; Giulia Sarti, convincente a Otto e mezzo (soprattutto sulla giustizia): Barbara Lezzi, rutilante a Porta a Porta. Crimi e Lombardi mediaticamente sono l’antimateria, mentre funzionano Toninelli (anche se troppo nozionistico-cerebrale) e Villarosa. Fico è televisivamente respingente perché ha l’aria del talebano duropurista, idem Laura Castelli. Pizzarotti ci sa fare, ma è detestato dai piani alti. I 5 Stelle devono fare tivù come tutti. Più ritarderanno questa scelta e più scenderanno.

Avendo però quasi tutti contro, e non potendosi permettere le Picierno, dovranno rivelarsi assai bravi. Al momento, di “cartucce mediatiche”, ne hanno qualcuna: non moltissime, però. E forse anche per questo Grillo e Casaleggio perseguono in questo bizzarro Aventino.

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il Fatto Quotidiano, 27 Novembre 2014

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