Copertina satirica di Maurizio Crozza, che apre, come sempre, la nuova puntata di “Dimartedì” (La7), commentando l’esito delle elezioni regionali in Emilia Romagna e in Calabria. “Compagno Giova” – esordisce – “guarda la cartina d’Italia: tutto rosso, tutto comunismo. In Bulgaria addirittura si parla di ‘percentuali renziane’. E’ diventata rossa persino la Calabria. A Reggio c’è già la coda per vedere i famosi Compagni di Riace. C’è la ‘nduja che canta “Pantera rossa””. Il comico poi imita Matteo Renzi e osserva: “In Emilia ha votato solo il 37%. Praticamente hanno votato solo gli scrutatori, ma perché erano già lì. Più che exit-poll, si sono visti gli exit-pochi. Nel ’70 pur di votare il PCI, mettevano loden e sciarpa anche ai maiali e li portavano ai seggi. E lì che è nato il porcellum “. Il comico poi diventa Bersani e si sofferma su Bonaccini: “Lui sempre coerente: prima bersaniano, poi renziano.Domenica dopo i risultati ha detto: ‘Io sempre stato astenuto’”. E aggiunge: “In pochi mesi i due Mattei hanno completamente spolpato Forza Italia. Renzi l’ha rosicchiata al centro, Salvini a destra. Se Berlusconi si fosse fatto il bidet in una vasca di piranha, avrebbe sofferto di meno. Berlusconi politicamente ormai serve a presentare i libri di Bruno Vespa”. Crozza imita quindi Salvini “tombini di ghisa”: “12 milioni di padelle con rivestimento antiaderente in pietra, questo Renzino lo sa? L’olio non si produce più in Italia perché c’è la mosca africana che arriva coi gommoni a mangiare le nostre olive, di cui più di 160 milioni sono snocciolate nelle nostre aziende. Sapete che alla mosca africana” – continua – “noi paghiamo gli alberghi, l’alloggio, la carta telefonica per chiamare le altre mosche in Africa e per fare il ricongiungimento con le altre mosche a spese nostre? E’ per questo che diciamo no alle moschee, ma anche alle mosche“. Gran finale con Crozza-Razzi che commenta il Jobs Act: “Arriverà al Senato? Questo non credo, io non credo che lo faranno venire… anche perché oggi alla Camera sono uscite tante persone che non faceva ridere Job Covatte“. E saluta Floris: “E comunque Giova, fatti un po’ li cazzi tua

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