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‘Merito, carriera e incentivi’: cosa chiedono gli studenti Mba per rimpatriare

E' quanto emerge da un questionario della Camera di commercio di Firenze a cui hanno risposto 80 ragazzi. Tre su quattro disposti a tornare se saranno messi al centro riconoscimento delle potenzialità e competitività
‘Merito, carriera e incentivi’: cosa chiedono gli studenti Mba per rimpatriare
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Disposti a tornare in Italia, ma a una condizione: solo se merito e competitività diventeranno davvero il cardine del nostro sistema istituzionale ed economico. 80 cervelli in fuga che sono andati all’estero (Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Spagna) e che stanno valutando le migliori opportunità lavorative, hanno risposto a un questionario predisposto dalla Camera di commercio di Firenze e il 73,6% ha posto questa condizione. In pratica, quasi 3 su 4. Il campione del sondaggio, composto prevalentemente da uomini (80,9%), single (85,1%), con un’età media di 29 anni e proveniente perlopiù dal Nord Italia (73,6%), sottolinea che la specializzazione internazionale è stata fondamentale soprattutto per dare maggiore sostanza al proprio curriculum (43%) e per la mancanza di strutture formative competitive sul territorio nazionale (24%).

La permanenza media all’estero è stata di 5 anni, segno che in molti casi l’uscita dall’Italia è avvenuta durante i primi anni del percorso universitario. E’ anche per questo che il 51% si sente ‘cittadino del mondo’ e, professionalmente, mira soprattutto ad acquisire sicurezza economica (30%). Eppure, il 73,6% è interessato a tornare in Italia, a patto che vengano garantite condizioni meritocratiche (33%), ci siano opportunità di carriera ben definite (28%) e che questo sia accompagnato da incentivi fiscali per il rientro (22%).

“La fuga dei cervelli italiani – spiega Mario Curia della Camera di commercio di Firenze – o la non attrattività dell’Italia per quelli internazionali è una delle questioni da affrontare per rendere più competitivo il nostro Paese e procedere spediti sulla strada della crescita“. “Dalle risposte al questionario – fa notare – abbiamo visto che c’è tanta voglia d’Italia, ma per contrastare il ‘brain drain‘ e attrarre personale così qualificato, sia nel comparto pubblico sia in quello privato, si chiede meritocrazia e competitività“. “E’ una sfida che dobbiamo vincere – avverte – a iniziare da Firenze, che in questo periodo è molto attrattiva sul piano del cambiamento istituzionale politico-economico e più di altre città è impegnata in un’opera di modernizzazione e internazionalizzazione senza precedenti”.

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