Il Tips model (Technique, Insight, Personality and Speed) messo a punto dalla Youth Academy dell’Ajax ha lo scopo di formare ogni anno giovani calciatori e di dare loro qualcosa in più rispetto alla personalità (p) e alla velocità (s), doti naturali e requisiti necessari per accedere all’accademia. Per quanto riguarda tecnica (t) e intuito (i), sarà poi compito degli istruttori/educatori specializzati (con a capo il manager Wim Jonk) fornire ai ragazzi le conoscenze necessarie per vestire, un giorno, la maglia dei Lancieri.

Il settore giovanile dell’Ajax, famoso per aver dato al mondo del calcio talenti assoluti come Johan Cruijff e Marco Van Basten, ogni anno alimenta la prima squadra con due o tre ragazzi, elementi che si integreranno alla perfezione negli schemi del loro futuro allenatore, grazie alla politica societaria che prevede l’utilizzo dello stesso modulo (generalmente il 4-3-3) per tutte le categorie – dai più piccoli, alla squadra maggiore – mantenendo la stessa identità di gioco, con particolare attenzione per quanto riguarda gli schemi offensivi, la velocità di manovra e l’equilibrio in campo.

In questo sistema di gioco si inseriscono perfettamente le qualità del diciassettenne Donny Van de Beek, biondissimo centrocampista centrale classe 1997 dei biancorossi, che grazie alle prestazioni stagionali in campionato e nella Uefa Youth League, si è messo in luce agli occhi di Frank De Boer, candidandosi a calpestare molto presto il terreno di gioco dell’Amsterdam Arena.foto2

Altissima sensibilità nel piede destro e giocate imprevedibili, ma anche intelligenza tattica e carisma. Insomma, sembra essere il prodotto finale della Youth Academy e del modello Tips Ma non solo. Nelle doti innate del ragazzo ci sono la grinta e la cattiveria (agonistica) necessarie per fare il salto di qualità. Spesso le azioni della sua squadra ripartono grazie al suo lavoro di interdizione e altrettanto spesso è proprio lui che tende a proseguire e concludere le azioni di ripartenza, con un’assist vellutato dei suoi o andando al tiro, il tutto con rapidità e soprattutto disarmante lucidità (da vedere la sua ultima prestazione nella Uyl contro il Barcellona).

Solitamente preferisco parlare di giovani che militano nei vivai calcistici italiani, ma credo fortemente che l’Academy dell’Ajax, conosciuta in tutto il mondo proprio per la sua efficienza e per la programmazione nella formazione di giovani calciatori, possa e debba essere d’esempio per le società italiane, ancora alla ricerca di un metodo che tuteli la crescita dei talenti di casa nostra. Con l’avvento del Fpf, investire sul futuro ingaggiando ragazzini di belle speranze è diventata quasi una priorità per i nostri club, ma la mancanza di un metodo adeguato nei settori giovanili ci penalizza ancora molto rispetto al resto d’Europa.

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