Editoriale di Michele Santoro, che apre la nuova puntata di Servizio Pubblico sulle note di “Vitti ‘na crozza”, canzone popolare siciliana interpretata da Franco Battiato, e introducendo l’argomento delle stragi mafiose: “Sono anni che passiamo davanti a quei morti che quasi non li vediamo più. Il presidente della Repubblica dice che si è trattato di ricatto, ma pare che noi non vogliamo parlarne più”. Il giornalista menziona l’attentato di via Fauro, in cui fu coinvolto con Maurizio Costanzo: “Grillo dice che i mafiosi hanno un codice. Ma ce l’avevano gli assassini, quelli che utilizzarono il tritolo. Quando sono arrivato sul luogo dell’attentato di via Fauro” – continua – “ho visto il cratere della bomba e le persone che mi guardavano con aria smarrita. Non si era mai visto la mafia colpire con tanta determinazione fuori dalla Sicilia. ‘Perché?’ continuava a chiedermi Maria De Filippi. Perchè?”. E aggiunge: “Durante Samarcanda avevamo chiesto agli italiani di spegnere le luci per protestare contro la mafia. Le proteste contro la mafia sono state fatte prima delle stragi. Poi è subentrata una sorta di rassegnazione. Ora Renzi dice che il futuro è già cominciato. Vorrei chiedere a Borsellino: è vero?”

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