A volte non ha risposto, altre ha detto che non ricordava“. Così il legale del Comune di Palermo Giovanni Airò Farulla dopo tre ore di deposizione al Quirinale del capo dello Stato Giorgio Napolitano, ascoltato come testimone al processo sulla trattativa fra Stato e mafia. “In merito alla lettera di D’Ambrosio, Napolitano ha detto – spiega Airò Farulla – che lo ha convocato nel suo studio per dargli la risposta”. Che preoccupazioni aveva D’Ambrosio (che scrisse, appunto, una lettera di dimissioni in cui faceva riferimento a “indicibili accordi”, ndr)? “Ha detto di avere avuto un colloquio con l’allora consigliere giuridico, ma ha ritenuto opportuno mantenere la riservatezza come per tutti gli incontri con i suoi collaboratori. La parola ‘trattativa’ – conclude – non è mai stata utilizzata, piuttosto si è parlato di accordi”   di Annalisa Ausilio

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Di Matteo: “Napolitano percepì che le stragi corleonesi erano aut-aut per lo Stato”

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