“La trasparenza è un processo continuo per diventare sempre più globali”. E’ questa la lezione di Marco Tronchetti Provera sul governo societario impartita martedì dal pulpito di Palazzo Mezzanotte, sede milanese della Borsa, dove si sono conclusi i lavori della quindicesima conferenza europea sulle formule di governo societario (la corporate governance) promossa dalla presidenza italiana del Consiglio dell’Unione europea. Ad aprire l’ultima sessione dei cosiddetti “panel” di discussione è stato l’ospite d’onore, il ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan. Ma verso mezzogiorno a tenere banco sono stati i protagonisti della tavola rotonda sulle proposte della Commissione europea in materia di governo societario, sui diritti degli azionisti e sulle operazioni delle società con le parti correlate, ovvero quelle in conflitto d’interesse. Tema complesso e delicato, affrontato sul palco dai rappresentanti di Assogestioni, della Consob, della stessa Commissione Ue e anche dal presidente e amministratore delegato della Pirelli. Unico esponente del mondo industriale nonché tra gli sponsor dell’evento.

“La trasparenza è un processo continuo per diventare sempre più globali”, ha detto Tronchetti nel suo intervento. “Va trovato un compromesso tra trasparenza, burocrazia e volatilità dei mercati. Le stesse regole di buona governance vanno rispettate sia dal lato della società che da quello degli investitori”, ha poi aggiunto, puntando il dito anche sui cosiddetti proxy advisors, ovvero le società indipendenti che consigliano agli investitori istituzionali come votare in assemblea su determinate delibere: “Il dialogo deve esserci prima e dopo l’assemblea dove non si può bocciare o promuovere un provvedimento senza darne spiegazione, il flusso di informazioni deve essere reciproco e continuo”, ha sostenuto l’ex presidente di Telecom Italia. Nel caso di Pirelli, all’assemblea di giugno le indicazioni dei due principali proxy advisor dei fondi, Iss e Glass Lewis, divergevano solo sul punto del piano di incentivazione a lungo termine per il management: Glass Lewis suggeriva di votare sì e Iss no, ritenendo non sufficiente il dettaglio di informazioni fornite. Il piano riguardava circa 300 dirigenti con un premio massimo complessivo a loro favore – se avessero centrato determinati obiettivi – di 115 milioni.

Tronchetti può comunque contare sul sostegno di un fido alleato cui ha aperto anche le porte del consiglio di amministrazione e del comitato strategico: Igor Sechin, ex agente del Kgb e oggi numero uno di Rosneft, ritenuto vicinissimo a Vladimir Putin al punto da finire nella lista nera degli indesiderati  compilata dagli Stati Uniti dopo la crisi ucraina. Nella scorsa primavera il colosso petrolifero russo ha speso 552 milioni di euro per rilevare il 50 per cento della Camfin, la società che controlla Pirelli.

A margine dell’evento in Borsa, Tronchetti ha poi commentato i risultati di Mediobanca, di cui è vicepresidente, definendoli “molto buoni” e  aggiungendo un “plauso al management che ha fatto molto bene”. E che – aggiungiamo noi – ha salvato il suo incarico di vicepresidente dalla cura dimagrante imposta al cda rinnovato lo scorso 29 settembre. Quanto al recente verdetto della Banca centrale europea, il manager ne ha approfittato per spezzare una lancia a favore del sistema: “Gli stress test sono una fotografia in un momento, che non tiene conto di azioni che sono state svolte successivamente. Questo è stato chiarito anche dalla Banca d’Italia. Se si tiene conto delle azioni che il sistema bancario italiano ha posto in essere negli ultimi mesi, si vede come i risultati reali siano migliori rispetto a come sono stati rappresentati”, ha concluso Tronchetti. Che è anche il grande amico delle banche, come Intesa Sanpaolo e Unicredit, che hanno investito risorse importanti per diventare azionisti della Camfin, la cassaforte grazie alla quale ancora oggi può comandare sulla Pirelli con circa il 5 per cento del capitale. Le stesse banche che hanno sempre fatto da cordone sanitario in caso di difficoltà consentendo a Tronchetti di rimanere in sella al gruppo degli pneumatici almeno fino al 2019. Una governance inossidabile.

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