Un jihadista australiano ha pubblicato su twitter la foto del figlio di sette anni che regge con due mani la testa mozzata di un soldato nella città siriana di Raqqa. Il quotidiano The Australian ha pubblicato lunedì l’immagine, che mostra un ragazzino dall’aspetto occidentale, con un cappellino da baseball, una maglietta blu e un orologio al polso, e tiene in mano la testa. Il giornale ha coperto gli occhi del ragazzino e i tratti del volto del capo mozzato. Questo dimostra “quanto sia barbaro” l’Isil, ha dichiarato il primo ministro australiano Tony Abbott all’Australian Broadcasting Corporation. 

“That’s my boy”, “Questo è mio figlio”, ha twittato Khaled Sharrouf. L’uomo è ben noto alle autorità australiane perchè è stato arrestato per terrorismo nel 2005 insieme a otto uomini musulmani che avevano programmato un attacco nella capitale australiana. Dopo essersi dichiarato colpevole, Sharrouf ha scontato in carcere la sua pena di 3 anni e 11 mesi, che si è conclusa nel 2009. Da allora si trova sotto sorveglianza, il suo passaporto è stato sequestrato e il suo nome è entrato a far parte della ‘no flight list’. Sharrouf sarebbe partito per la Siria lo scorso dicembre per andare a combattere con lo Stato Islamico usando il passaporto del fratello. Proprio questo espediente, secondo The Australian ha impedito alle autorità di registrare la fuga del terrorista, che ha continuato a percepire la pensione di disabilità corrisposta dal governo australiano per i due mesi successivi. Il nuovo mandato di arresto, come riporta il Daily Telegraph, è stato emesso il mese scorso nei confronti di Sharrouf e del suo amico Mohamed Elomar, anche lui residente a Sydney, dopo che i due hanno pubblicato immagini di Elomar con in mano le teste di due soldati. Gli account twitter dei due uomini sono stati ora sospesi.

La settimana scorsa, l’Australia ha annunciato una stretta delle leggi antiterrorismo anche per combattere la minaccia di terroristi interni: secondo i dati diffusi dalle autorità, sono circa 150 gli australiani che combattono in conflitti all’estero. “Ci sono anche altre fotografie di queste odiose atrocità sui giornali australiani”, ha detto il primo ministro Abbott, “questo pone enormi problemi non solo per il Medio oriente, ma per tutto il mondo”. 

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