Dai pacchetti di sigarette “neutri” e privi di marchi potrebbe arrivare un impulso di 500 milioni di sterline l’anno (oltre 600 milioni di euro) all’economia britannica. La previsione arriva dall’agenzia statale della salute Public Health England, che ha stimato come maggiori risorse economiche in mano alle famiglie di fumatori significherebbero un impulso all’economia privata grazie alla maggiore spesa in beni e servizi. Perché molti tabagisti, dissuasi dalla nuova formula di impacchettamento, smetterebbero con le sigarette.

Insomma, smettendo di fumare, molti tabagisti (spesso, statisticamente, in famiglie a basso o bassissimo reddito) avrebbero più soldi da spendere in cibo, vestiario, persino brevi vacanze, dice ora l’agenzia. In un paese come il Regno Unito dove un pacchetto di sigarette (il prezzo è liberalizzato e non imposto dallo stato) può costare anche più di nove sterline (circa undici euro), la decisione è ancora in fase di discussione a livello governativo. L’esperienza dei pacchetti tutti uguali, non “brandizzati”, è partita già da qualche tempo in Australia, con buoni risultati in termine di lotta al fumo. Molti fumatori, infatti, sono affezionati ai propri marchi preferiti che, venendo a sparire, farebbero perdere di interesse, secondo molti studiosi, anche l’attaccamento alle “bionde”.

Certo, con l’introduzione dei pacchetti neutri, le multinazionali del tabacco e lo stato (che anche nel Regno Unito impone un’altissima tassazione, pensata anche come contrasto all’abitudine del fumo e come copertura della spesa sanitaria) verrebbero a perdere tanti, tantissimi introiti. “Eppure – dice ora l’agenzia della salute inglese – le economie locali ne avrebbero beneficio”. La prima proposta della riforma – che necessiterebbe di una legge – venne dal governo di David Cameron, fatto di conservatori e liberaldemocratici in coalizione, due anni fa. Poi accantonata, anche in seguito alle pressioni delle lobby del tabacco e ai ripensamenti nell’esecutivo, è in questi ultimi tempi tornata alla ribalta. Pochi mesi fa Cameron aveva detto di attendere il risultato sulle vendite in Australia e ora quel numero è arrivato: dall’introduzione dei pacchetti “tutti uguali”, le vendite di prodotti a base di tabacco nel paese dall’altra parte del mondo sono diminuite del 3,4% in un anno.

Ora Public Health England dice che a giovarne sarebbero le famiglie più povere, più inclini al consumo di sigarette. E anche rivenditori e ingrossi, chiaramente. Del resto, scrive ora la stampa britannica, un commerciante guadagna solo il 7% del prezzo finale di un pacchetto di sigarette, mentre da cibo e bibite intasca dal 20 al 30% del prezzo di vendita. Così, stima ora l’Independent, giornale progressista britannico, vendere un pacchetto di gomme da masticare darebbe, a un commerciante, lo stesso reddito dello smerciare un pacchetto da dieci sigarette.

L’agenzia per la salute, chiaramente, pone l’accento anche sulle tante vite salvate, anche se gli esperti puntano proprio sul discorso economico soprattutto per convincere il mondo del commercio, che si è dimostrato restio a una eventuale riforma, del vantaggio derivante dei pacchetti neutri. Secondo le ultime statistiche, il fumo di tabacco causerebbe il 18% delle morti nel Regno Unito, circa 80mila persone perderebbero così la vita per la passione per le bionde. Il tasso dei fumatori sul totale della popolazione è pari a poco meno del 20%, era del 39% nel 1980. Il servizio sanitario britannico, l’Nhs, fornisce gratuitamente consulenze psicologiche e rimedi alla nicotina a chiunque voglia smettere di fumare. Basta registrarsi a un apposito programma offerto da quasi tutti gli studi di medici di famiglia e dimostrare di avere veramente intenzione di smettere.

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