Un giro d’affari da decine di milioni di euro nella vendita illegale di biglietti per le partite. E un nuovo scandalo che rischia di coinvolgere i massimi livelli del mondo del calcio. Con un blitz condotto negli scorsi giorni (la data precisa non è stata rivelata), le forze dell’ordine brasiliane hanno sgominato un’organizzazione criminale che, attraverso il commercio sul mercato nero dei ticket omaggio distribuiti dalla Fifa, era riuscita a guadagnare fino a 70 milioni di euro nel corso dei Mondiali di Brasile 2014.

L’inchiesta, condotta dal procuratore capo di Rio de Janeiro Marcos Kac e ribattezzata “Operazione Jules Rimet“, andava avanti da circa tre mesi. Ed è sfociata nell’arresto di dieci persone, giusto pochi giorni dopo che Jerome Valcke, braccio destro di Sepp Blatter, aveva lodato i grandi sforzi e risultati ottenuti dalla Fifa nella lotta al bagarinaggio. Il capo della banda sarebbe Mohamadou Lamine Fofana, 57 anni, faccendiere di origini algerini, con residenza a Dubai e sede lavorativa in Svizzera. Era lui a coordinare il traffico di biglietti, procurandosi gli omaggi e organizzando la rivendita. Ma il nome più illustre finito nella rete degli investigatori è quello di Roberto de Assis Moreira, fratello e agente del calciatore Ronaldinho. Non è ancora indagato ufficialmente (“Dobbiamo stabilire una connessione certa fra lui e il gruppo”, ha commentato Kac) , ma dovrà spiegare agli inquirenti alcune intercettazioni telefoniche scottanti: nella prima, Moreira racconta a degli amici di potersi procurare dei biglietti sul mercato nero; nella seconda (datata al 17 giugno), dopo aver discusso sempre della possibilità di acquistare dei tagliandi, Fofana in persona gli propone di fare da intermediario per un trasferimento negli emirati arabi di Ronaldinho (che attualmente milita in Brasile, nell’Atletico Mineiro).

Attraverso questo sistema, l’organizzazione con a capo il faccendiere algerino era riuscita a guadagnare milioni: secondo la procura, per ogni partita dei Mondiali venivano venduti circa mille biglietti, ad un prezzo non inferiore a mille euro ciascuno. Ma l’inchiesta non è che all’inizio. E gli sviluppi potrebbero essere ancora più clamorosi.

Sgominata la banda e il sistema di rivendita, resta da capire come Fofana e compagni riuscissero ad entrare in possesso dei tagliandi omaggio. Per ogni partita di ogni sua competizione, la massima associazione calcistica internazionale rilascia un certo numero di biglietti a Federazioni, giocatori, sponsor e organizzazioni non governative. Da questo bacino andavano a pescare i bagarini. In particolare, pare che i biglietti rivenduti appartenessero in origine alle Federazioni calcistiche di Brasile, Argentina e Spagna. E data l’estensione del sistema, gli inquirenti non escludono che possano essere direttamente coinvolti i quadri delle stesse. Anzi, secondo le indiscrezioni riferite dai giornali brasiliani, sarebbe implicato anche un nome di spicco all’interno della Fifa.

Del resto, non sarebbe una novità il coinvolgimento di alti dirigenti del mondo del calcio in traffici di questo genere. Era successo già in occasione dei Mondiali 2006, con l’inchiesta su Jack Warner, ex presidente della Concacaf (molto chiacchierato per i suoi trascorsi, prima da braccio destro e poi da acerrimo nemico di Blatter). Ma stavolta il fenomeno sembra aver raggiunto le proporzioni di una vera e propria organizzazione criminale. Che avrebbe operato non solo in occasione dei Mondiali brasiliani, ma anche nelle tre precedenti edizioni (in Sudafrica, Germania, e Corea e Giappone). Un nuovo, ennesimo scandalo che certo non farà felice Sepp Blatter. Perché mentre la Fifa dichiarava guerra spietata ai bagarini comuni, erano proprio i suoi dirigenti a rivendere illegalmente i biglietti dei Mondiali.

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