Adesso serve una valutazione dei costi e dei benefici dell’accordo Alitalia-Etihad. I cittadini italiani devono sapere quali sono i costi che sopporterà lo Stato per questa operazione industriale che doveva essere gestita e sostenuta dalle due imprese private che l’hanno voluta. Quanto costerà e su chi ricadrà la rinegoziazione del debito delle banche, quanto costerà la proroga dei settemila cassintegrati di Alitalia fino al 2017 a cui verosimilmente si aggiungeranno i 2.200 esuberi chiesti da Etihad.

Quale effetto avrà sui consumatori la revisione del decreto Bersani su Linate visto che il nuovo decreto ha l’obiettivo di penalizzare le altre compagnie aeree europee per favorire Alitalia. La revisione dei rapporti economici tra gli aeroporti minori e le compagnie low cost potrebbe portare a tagli sui collegamenti domestici. Malpensa, il più grande investimento pubblico aeroportuale verrebbe ridimensionata per effetto della liberalizzazione delle destinazioni a Linate, dove potranno essere operate anche quelle internazionali, ma solo dall’Alitalia che controlla l’85% degli slot del Forlanini.

Fiumicino dovrebbe potenziare i suoi collegamenti ferroviari dopo che la scelta del tracciato e la nuova linea ad Alta Velocità tra Firenze-Roma e Napoli è già stata realizzata. Interventi questi che oltre che avere alti costi pubblici sono un pezzo di politica dei trasporti che finisce per marginalizzare il ruolo programmatorio del Ministero dei Trasporti. Il volume di investimenti promessi dalla compagnia Emiratina e lo sviluppo del traffico futuro non è per nulla detto che compenseranno gli alti costi del matrimonio tra le due compagnie aeree. Almeno fino a quando non si conosceranno i numeri.

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