Torna nel capoluogo lombardo il Gay Pride. Sono tanti i motivi per cui a Milano l’orgoglio omosessuale è lecito che esca dai luoghi dove per tanto, troppo, tempo s’è rintanato, e si mostri alla città, in modo garbato certo ma senza abbassare la testa.

Milano è molto probabilmente la città che oggi in Italia ha fatto di più per i diritti della comunità Lgbt. La delibera che ha dato vita al Registro delle unioni civili è un complesso strumento amministrativo ben più ricco di quello che ci si immagina, che oltre che alla possibilità per una coppia omosessuale di essere riconosciuta come tale anche agli occhi dello Stato, presenta tutta una serie di altre prerogative per l’attuazione delle quali io stessa mi sento di stare in prima linea.

Da quando sono subentrata come Consigliere comunale – ovvero dall’autunno scorso – Milano ha dato la possibilità anche alle famiglie omogenitoriali (coppie gay o single con figli), per quanto riguarda l’iscrizione alle scuole pubbliche, di accedere a tutti quei servizi che prima erano ad unico appannaggio delle famiglie tradizionali.

Milano ha capito che la comunità che sfilerà al Gay Pride 2014 è composta anche da papà e mamme, o aspiranti tali, che non volendo rinunciare alla benedizione di un figlio, accettano i sacrifici che ciò comporta, ma pretendendo pure i diritti che alla base di questa scelta dovrebbero esserci. L’orgoglio omosessuale è anche l’orgoglio di queste famiglie, che non si faranno irretire dalla politica o da proclami detti in campagna elettorale e mai realizzati.

Questa comunità si augura che la “civil partnership” (la legge nazionale sulle unioni civili) che Roma, prima o poi, dovrà varare, rispetti in pieno i loro sentimenti e non lesini sul concetto di “adozione” o di “famiglia”, al fine di un mero principio di diplomazia.  

Intanto, però, godiamoci questa settimana, che per Milano è una festa. I sette giorni che sfoceranno nella parata di sabato 28, infatti, sono stati pregni di manifestazioni ed eventi. È la “Pride Week” milanese, che dal 23 al 29 giugno ha proposto e proporrà in città decine di eventi per avere il suo apice nella sfilata di sabato 28, da Piazza Duca D’Aosta a Porta Venezia. Un evento che, voglio ricordarlo, ha ottenuto il patrocinio del Comune di Milano e di Regione Lombardia, vincendo ogni argomento che le forze conservatrici e del centrodestra hanno tentato di opporre.

Tutte le sedi del Partito democratico hanno esposto la bandiera arcobaleno, per ricordare che si sta vivendo un momento importante per questa città. Inoltre io stessa, nel posto che occupo in Consiglio comunale, ho esposto una bandiera arcobaleno, che rimarrà per tutta la settimana.

Anche in questi ultimi giorni prima della parata conclusiva, continuano i tantissimi appuntamenti utili per riflettere sulla condizione dell’omosessualità oggi a Milano, con un’attenzione particolare ai diritti che questa comunità ancora attende.

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