La libera stampa, fiera e compatta, marcia patriotticamente come un sol uomo al fianco del suo Generalissimo. Nella conferenza stampa dopo il Trionfo, a un cenno convenuto del capo del Capo, scroscia fra i giornalisti il marziale e scattante applauso a Sua Eccellenza il Portavoce, al secolo Filippo Sensi.

Frattanto, su Twitter e Facebook, ritmano armonici e tacitiani i bollettini della Vittoria. Francesco Bei (Repubblica): “Stasera mi prende così. Malinconia. Sarà per aver gioito troppo?”, “A questo punto spero davvero che roberto gualtieri ce la faccia” (ma sì che ce la farà, daje). Annalisa Cuzzocrea (Repubblica): “Quando non sai più che pesci prendere, c’è la lettera al figlio di kipling”, “E stasera c’è anche #gazebo @welikechopin #ilgiornoperfetto”. Torna finalmente a rifulgere il sole sui colli fatali di Roma.

Agenzia Stefani. In linea con le veline del Ministero della Cultura Popolare e con i dispacci dell’Agenzia Stefani, si registrano con viva soddisfazione i sobri titoli dei principali quotidiani. Repubblica: “Il riformismo diventa maggioranza” (il 41% del 57% degli elettori, pari al 23%), “Dopo questi risultati nessuno ci può fermare”, “Gufi sconfitti e ora tutti al lavoro”,“È la Renzi generation”,“Vince D’Alfonso: ‘Ora l’Abruzzo potrà ripartire’” (per il Tribunale di Pescara), “I socialisti frenano l’onda populista” (infatti sono dietro al Ppe).

Corriere: “La diga utile del premier”, “La fiducia del Colle su un governo più stabile”, “Renzi, telefonate ai leader europei; ora l’Italia può puntare in alto”, “Grazie a Matteo si è avverato il mio sogno della vocazione maggioritaria” (col 45% di non votanti). La Stampa: “La vittoria sorprendente della speranza”, “Matteo modello per i socialisti Ue”, “Svolta in Piemonte: vince Chiamparino” (il classico outsider), “Napolitano soddisfatto per il nuovo slancio che avranno le riforme” , “Il socialismo in versione scout”. 

Il Mattino: “Perché inizia un nuovo ciclo politico”, “Prodi: Renzi può cambiare la Ue”. Il Sole-24 Ore: “Il cammino per passare da De Gasperi a De Gasperi è ancora lungo, ma questa è la strada che la politica italiana dev’essere capace di percorrere”. Avvenire: “Renzi ‘superstar’, ora è un leader Ue. La valanga del Pd vale più della vittoria tedesca della Merkel” (ora glielo facciamo vederenoiallaculona),“Il trionfo di Matteo abbatte lo spread” (che invece, quando saliva, era colpa di Grillo).

Il Tempo: “Renzi il Conquistatore”, “Ora Matteo detta la linea anche alla Ue”. Il Messaggero: “Evitare il super-ego e nessuna vendetta: il mantra del premier per il dopo exploit”, “Matteo incassa l’elogio del Colle”, “Primo atto del day after: riportare i bimbi adottivi del Congo in Italia”, “I renziani serrano i ranghi”. Per l’adunata del sabato renzista, con salto nel cerchio di fuoco, pancia in dentro, petto in fuori.

Rosso antico. Resta l’Unità, che lunedì si era improvvidamente scordata di Renzi: niente foto di Matteo (ma di Marine Le Pen sì) e titolo anonimo, “Europee vince il Pd”. Ieri la pravdina pidina ha precipitosamente rimediato con un cubitale “Effetto Renzi”, per giunta in rosso, e doppia foto, a pagina 1, 2 e 3. A Matte’, ricordate de l’amici! Segue lezione di politica di Maria Novella Oppo, che invita Grillo a controllare, la prossima volta, “dove tira il vento”: un programma di vita. Ottime e abbondanti anche le cronache locali. Ginnico e inequivocabile il titolo delle pagine romane di Repubblica: “Trieste-Parioli il quartiere più rosso”. Grazie agli 80 euro, infatti, pare che per un attico ai Parioli occorreranno appena 20 mila vite. Parioli presente! A noi!

I Renzusconiani. Sul fianco destro (destr!) salmodiano i maestri cantori berlusconiani, finalmente liberati dal seccante fastidio di dover scegliere da che parte stare, col rischio di perdere contatto con il potere per qualche nanosecondo. Renzi consente loro di stare con la destra e con la sinistra (si fa per dire), ma non in rapida successione, come in passato: in contemporanea, con notevole riposo per le affaticate lingue. Sallusti, anche senza aspirapolvere, è ancor più giulivo di quanto vinceva padron Silvio: “Asfaltato Grillo” e “Le riforme o le fanno Pd e Forza Italia, o non vedranno la luce”. Sul Foglio, Claudio Cerasa, renzusconiano di ultima covata, può finalmente concentrare il muscolo involontario (sempre la lingua) su un solo destinatario: “Il governo Angela Renzi” (in lievissima contraddizione con le aspettative di un Renzi che rottama la Merkel e cambia l’Europa).

Adriano Sofri, già difensore di B., Dell’Utri e Mangano ma sempre da sinistra, nonché autore di enciclopediche articolesse per sponsorizzare Bersani alle primarie, non ha “potuto fare a meno di fregarmi le mani” per il trionfo renziano. Giuliano Ferrara si fa una pista di coca con grande perizia manuale e nasale, vestigio di una lunga pratica, per festeggiare “le riforme di Renzi con l’appoggio di Berlusconi” e “il partito manettaro sconfitto” (a proposito: che ne è del candidato “garantista” del Foglio Giovanni Fiandaca?).

TgRenzi. Il Tg3 mostra i primi lavoratori in lacrime (ma per la commozione) che sventolano la pingue busta paga con gli 80 euro e s’interrogano confusi su come spenderanno tutto quel bendidio. C’è chi ha la testa che gli gira e immagina un resort ai Caraibi, chi progetta una vacanza a Bali, chi una terrazza ai Parioli da quando son diventati il quartiere più rosso di Roma. Chi sa far di conto invece è ancora incerto fra mezzo pacchetto di Marlboro al giorno e una scatola di mentine.

E ora, ragazzi, intoniamo tutti insieme il nuovo Inno Nazionale, coniato dagli ormai celebri Balilla di Ragusa: Facciamo un salto/ battiam le mani/ti salutiamo tutti insieme Presidente Renzi./ Muoviam la testa/Facciamo festa/ a braccia aperte ti diciamo benvenuto…/ Siamo felici e ti gridiamo:/da oggi in poi, ovunque vai, non scordarti di noi/dei nostri sogni, delle speranze/ che ti affidiamo, con fiducia, oggi a ritmo di blues./Le ragazze, i ragazzi, tutti insieme/alle tue idee e al tuo lavoro affidiamo il futuro/e poi di nuovo ancora insieme/noi camminiamo/ci avviciniamo/e un girotondo noi formiamo sempre a tempo di blues”.

LEGGI LA PRIMA PARTE DELL’ARTICOLO: “SUL CARGO DI RENZI”

da Il Fatto Quotidiano del 28 maggio 2014

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