Beppe Grillo a Torino. Matteo Renzi a Modena. La sfida a due della campagna elettorale si gioca nelle piazze, quelle che il leader del Movimento 5 stelle si è preso e quelle che il leader del Pd per primo ha deciso di tornare a riempire. E in gioco non ci sono solo le Europee. “Vinceremo con il 100 per cento”, grida il leader M5S davanti a migliaia di suoi in piazza Castello, “Digos e carabinieri sono con noi. Stop alle scorte ai politici”. E poi attacca Merkel e Schulz. A chilometri di distanza il premier Renzi è in tour in Emilia Romagna: “Reddito di cittadinanza? Le persone chiedono lavoro non elemosina. Grillo solidale con chi fischia l’inno? Salviamo questo Paese dai gufi”. A Modena lo contesta un gruppo di ragazzi dei centri sociali e lui replica: “Chi fischia non ha idee, non abbiamo paura dei comizi”.

Un confronto a distanza tra il leader M5S e Renzi impossibile solo un anno fa. Pier Luigi Bersani chiuse la campagna elettorale al teatro Jovinelli, i 5 Stelle riempirono piazza San Giovanni. Il risultato elettorale era confuso nei sondaggi, ma chiaro nei comizi di un’Italia in pieno inverno che scelse di spedire i 5 stelle in Parlamento. E’ passato un anno, ma il copione non è più lo stesso e sulla scena il personaggio non è più solo Grillo. Se Bersani con la pipa in bocca per alcuni non era d’impatto comunicativo, il Pd si gioca la carta del presidente del Consiglio in cyclette. La sua giornata di comizi è cominciata alla Technogym del patron Nerio Alessandri, l’imprenditore amico di tutti da Obama a Napolitano. Maglietta gialla e pesi, le foto di palazzo Chigi sono finite su tutti i giornali prima che il premier affrontasse le piazze di Forlì, Modena e Reggio Emilia. Grillo gira l’Italia per le piazze, i suoi lo fanno da mesi con comizi e agorà e per la prima volta il Partito democratico cerca di non restare a guardare. Renzi sarà lunedì sera in piazza Sanità a Napoli, su quello stesso palco dove pochi giorni prima è passato il leader 5 stelle in una corsa a occupare gli spazi dell’altro.

Grillo a Torino: “Digos e carabinieri sono con noi. Stop a scorta ai politici”
Intanto nell’ultimo weekend prima delle elezioni, Grillo al nord riempie piazza Castello con circa 15mila presenze secondo gli organizzatori. “Siamo in piazza per vincere e queste Europee le abbiamo già vinte. Loro lo sanno. E infatti cominciano con i dossier, ma non funzionerà. Noi vinceremo con il 100%”. Di fronte c’è il palazzo sede della Regione, quella dalle elezioni annullate e la delusione della Lega Nord guidata da Cota. Prima del leader parla Davide Bono, candidato alla competizione regionale e vecchia conoscenza in Piemonte. Attivista della prima ora, del cerchio magico prima ancora che esistessero i fedelissimi di Grillo e Casaleggio. In Regione lo conoscono, e ricordano il suo viso molto prima del cambio di look da campagna elettorale (capelli e barba in ordine per un migliore impatto comunicativo). Al suo fianco sul palco i candidati regionali e per il Parlamento europeo, ma anche Alberto Perino, leader del movimento No Tav. “Io non sono l’avversario dell’ebetino di Firenze“, grida il Grillo quando arriva il suo turno. “Io non sono Hitler, sono oltre Hitler”. Si rivolge alle forze dell’ordine: “Alla Digos sono già con noi, alla Dia sono già con noi, i carabinieri sono con noi. Facciamo un appello: non date più la scorta a questa gente”. Poi risponde a Renzi che da Forlì lo attaccava per la solidarietà a chi ha fischiato l’inno: “Io non mi stupisco quando allo stadio fischiano l’inno di Mameli. Fratelli d’Italia, dice. Ma fratelli di chi? Dei piduisti, dei massoni, della camorra? Chiediamoci perché si fischia un inno. Io invece inorridisco quando il presidente della Repubblica riceve al Quirinale un condannato in via definitiva”. Non manca l’attacco a Schulz: “E’ arrivato qui e la prima cosa che ha detto è stata che sono come Stalin. I tedeschi dovrebbero ringraziare Stalin perché se non vinceva Stalin, Schulz sarebbe stato in Parlamento con la svastica. Vedi di andare a fanculo, perché offendi me e 10 milioni di italiani. La parolaccia è sintesi e cultura”. Toni accesi anche contro la Merkel: “L’ebetino è andato a dare due linguate a quel culone tedesco della Merkel”. Parla poi alla sua gente chiedendo il miracolo: “Nelle ultime settimane”, dice Davide Bono, “siamo in crescita e nell’ultima settimana daremo un colpo di reni per vincere non solo alle europee ma anche alle regionali e quindi avere la prima regione a 5 Stelle e far vedere che siamo in grado di governare”.

Renzi a Modena: “Il Pd non ha paura della piazza. Chi fischia non ha idee”
Matteo Renzi è poco più a sud. Nella Modena dove i suoi si sono spaccati tra primarie al veleno e lotte fratricide. Ora dicono di essere compatti, anche perché il rischio è quello di doppiare la Parma di Pizzarotti, quando per la prima volta in una grande città i 5 Stelle sono al potere. La mattina di Renzi è cominciata in palestra. Ad allenarsi alla Technogym al fianco di Alessandri. Calzoncini e pancia tirata indietro. Poi Forlì dove ha riempito la piazza. terre che un tempo erano di Pier Luigi Bersani e che ora tornano a ripopolarsi di bandiere del Partito democratico. Renzi riempie piazza Grande con un comizio che in città non si vedeva da tanti anni: “Siamo in diecimila”, dice Stefano Bonaccini che da Modena ha cominciato la sua carriera fino alla segreteria nazionale del Pd. Tra i militanti anche un gruppo di contestatori, attivisti del centro sociale Guernica e alcuni del comitato Sisma 12. “Se qualcuno aveva dei dubbi”, grida il presidente del Consiglio, “se le piazze fossero del Pd questa è la prova che non abbiamo paura. Chi fischia non ha idee. Io quando ho perso le primarie, non mi hanno espulso dal partito. Grillo dice di essere oltre Hitler? Dobbiamo partire dal riconoscimento che quando si parla, le pagine buie della nostra storia vanno lasciate stare, che Hitler e il nazismo devono essere lasciate al rigurgito della memoria”. Attacca il Movimento 5 stelle e poi prosegue presentando la sua idea di Europa: “Se noi abbiamo problemi con l’Europa la colpa non è dei tedeschi come vogliono far credere i campioni di alibi. Non possiamo lamentarci dell’Ue se poi ci mandiamo Borghezio. A chi chiede un’Europa diversa ditegli che il 25 maggio c’è una sola alternativa: o dare spazio al cambiamento oppure lasciare spazio ai disfattisti. Possiamo scegliere se essere tristi o immusoniti, oppure scommettere sull’Italia. Se il Pd vince le elezioni sarà la prima forza dentro il Pse e dovranno fare i conti con noi quando parleranno di patto di stabilità e di futuro”. E chiude con una richiesta: “Andate da chi ha votato Grillo: chiedetegli se sono soddisfatti di quello che hanno fatto. Andate da chi ha votato Berlusconi. Ditegli che li rispettiamo e poi chiedetegli di scegliere il futuro e girare pagina”.

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