Il maggior generale Jeffery Buchanan, comandante della giurisdizione in cui si era tenuto il processo a Chelsea Manning, ha confermato la condanna a 35 anni di reclusione. Manning è accusata di aver diffuso al sito di WikiLeaks informazioni segrete dell’esercito e del governo degli Stati Uniti. A metà agosto, il soldato Bradley Manning si era dichiarato transessuale e aveva chiesto di essere chiamato con il nome femminile di Chelsea.

Il distretto militare di Washington ha fatto sapere che Buchanan ha preso la decisione finale nel processo all’ex analista dell’intelligence. Manning era stata condannata ad agosto del 2013 per sei violazioni dell’Espionage Act e altri 14 capi d’accusa per aver diffuso oltre 700mila documenti riservati dell’esercito e del dipartimento di Stato mentre serviva in Iraq nel 2009 e 2010. In quanto comandante della giurisdizione in cui si era tenuto il processo, Buchanan poteva approvare o ridurre la condanna inflitta dal tribunale militare. La decisione del generale apre la strada a un ricorso automatico alla Corte d’appello penale dell’esercito. Secondo l’avvocato di Manning, la condanna è eccessiva se paragonata a simili casi in passato.

Articolo Precedente

Ucraina, gli inaccettabili double standards della Nato

next
Articolo Successivo

Nigeria, il risveglio di Boko Haram

next