Truffa ai danni del servizio sanitario, aggiotaggio, ma anche disastro doloso per immissione sul mercato di prodotti che possono aver messo in pericolo i pazienti. E l’associazione a delinquere. Sono i reati contestati dalla procura di Torino ai vertici di Roche e Novartis per il presunto cartello sui due farmaci usati nelle cure oftalmologiche, Lucentis e Avastin. Il pm Raffaele Guariniello ha un fascicolo aperto dal 2012 dopo le segnalazioni degli oculisti della Società Oftalmologica Italiana.

Il 5 marzo l’Autorità antitrust ha comminato una multa da 180 milioni di euro alle due case farmaceutiche per aver formato “un cartello che ha condizionato le vendite dei principali prodotti destinati alla cura della vistaAvastin e Lucentis. I due gruppi – si legge sul sito dell’Autorità – si sono accordati illecitamente per ostacolare la diffusione dell’uso di un farmaco molto economico, Avastin, nella cura della più diffusa patologia della vista tra gli anziani e di altre gravi malattie oculistiche, a vantaggio di un prodotto molto più costoso, Lucentis, differenziando artificiosamente i due prodotti”.

Il disastro doloso è contestato dalla Procura di Torino appunto perché questo accordo potrebbe aver messo in pericolo i pazienti che, per l’elevato costo del farmaco, non avrebbero potuto accedere alle cure. L’associazione per delinquere è in relazione alla truffa e al reato di rialzo o ribasso fraudolento di prezzi. Guariniello ha anche affidato due consulenze, sull’aspetto economico e su quello sanitario. C’è anche una ipotesi di corruzione, ma in questo filone non ci sono indagati al momento. L’ipotesi è stata la conseguenza di un esposto della Soi (Società Oftalmologica Italiana) in cui si parla di possibili complicità all’interno dell’Aifa e di Ema (European Medicinal Agency).

La Procura di Roma aveva già aperto un fascicolo. Ora da Torino emerge l’inchiesta di Guariniello, il procuratore aggiunto specializzato nella tutela della salute pubblica e coordinatore di indagini importanti come quelle sulla strage dell’amianto provocata dall’Eternit e il rogo della Thyssen. “L’azione della magistratura è doverosa e deve fare chiarezza perché il fenomeno ha avuto evidenza e cifre molto importanti”, commenta Giacomo Milillo, segretario nazionale Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg). 

“Con riferimento alle notizie relative alle indagini aperte dalle Procure di Roma e Torino, Novartis desidera precisare che non ha ricevuto alcuna comunicazione da parte delle Procure e pertanto qualunque commento a riguardo rappresenta una pura speculazione”, afferma in un comunicato il gruppo svizzero. “Novartis riafferma la correttezza del proprio operato – nel massimo rispetto del quadro regolatorio nazionale ed europeo – ed è pertanto disponibile a fornire ogni necessario chiarimento alle autorità competenti, verso le quali nutre la massima fiducia. Per contro tutelerà in tutte le sedi legali competenti il proprio operato e la propria reputazione contro accuse evidentemente infondate”.

Intanto si pare il caso politico. “L’Agenzia del Farmaco va rifondata, resa più efficiente e trasparente, come sostiene di voler fare il ministro Lorenzin, ma soprattutto servono norme più rigorose per evitare gli accordi truffa emersi con la vicenda del farmaco Avastin”. Lo afferma in una nota Margherita Miotto deputata del Pd e membro Ufficio di presidenza della Camera. “Al ministro consiglio di concentrarsi sul futuro: non c’è bisogno di lunghe indagini per capire come mai il Parlamento bocciò la norma a suo tempo presentata dal ministro Balduzzi che prevedeva l’uso di farmaci meno costosi a parità di efficacia terapeutica e che avrebbe permesso l’utilizzo dell’Avastin a tanti malati con risparmi per il Ssn”. Secondo la deputata Pd basta rileggere i resoconti e “si vedrà che il Pdl, oggi diviso tra FI e Ncd, affiancato da Lega e Udc, condusse una strenua battaglia per impedire il varo di quelle norme e che solo il Pd e l’Idv votarono a favore”. Di conseguenza, conclude, “aspetto di vedere se oggi saprà tradurre in pratica i buoni propositi affossati due anni fa dai colleghi del suo ex partito”.

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