Sulla nomina di Enrico Costa e Cosimo Ferri, i sottosegretari che affiancheranno il nuovo Guardasigilli Andrea Orlando, il fondatore di Libera Don Ciotti esprime forti perplessita. “Dubito che il ministro così possa avere la forza di fare scelte coraggiose”, ragiona a margine del convegno di Libera al Campidoglio a diciotto anni dalla legge sulla confisca dei beni alle mafie. E rilancia: “Il falso in bilancio e la prescrizione più lunga sono due norme importanti per combattere la corruzione, senza non si fanno passi avanti”. Due auspici che si scontrano con il recente passato del neo viceministro Enrico Costa, già relatore del Lodo Alfano e promotore di un ulteriore taglio ai termini di prescrizione previsti dalla ex Cirielli, come del legittimo impedimento, tanto caro a Silvio Berlusconi. “Se certi nodi non verranno affrontati, mi pare difficile fare passi in avanti”, continua Don Ciotti, in attesa di capire quale sarà la linea del nuovo governo in tema di giustizia. A sentire il neo sottosegretario ed ex magistrato Cosimo Ferri, sarà il clima di condivisione a far cadere i tabù e a permettere le riforme, compresa quella della giustizia. Lo aveva detto all’indomani dell’incontro al Nazareno tra Renzi e il decaduto Cavaliere. Insomma, non proprio le premesse necessarie a chi si batte contro la criminalità organizzata. A testimoniare il lavoro di Libera, al convegno di Roma hanno preso parte numerose cooperative da tutta Italia, che hanno dato vita ad imprese e aziende agricole negli immobili sequestrati e restituiti alla collettività. Tante le figure istituzionali presenti, tra cui il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, il presidente della commissione antimafia Rosy Bindi e lo stesso ministro della Giustizia. A loro si è rivolto Don Ciotti nel suo intervento sulla legge del ’96 sui beni confiscati: “Bisogna rafforzarla, renderla più efficiente, dare forza operativa all’agenzia per la confisca dei beni che deve passare sotto l’egida della presidenza del Consiglio”  di Irene Buscemi

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