Via libera in commissione Bilancio al Senato all’emendamento della senatrice Rita Ghedini sul taglio del cuneo fiscale. Lo ha annunciato la stessa senatrice Pd, spiegando che viene ridotta la platea. “Il punto più alto prevede 225 euro per i redditi tra i 15mila e i 18mila euro”, ha spiegato alla stampa al Senato, aggiungendo che per il momento “non è stato possibile trovare il modo per darli in un’unica rata, quindi la detassazione sarà mensile”. La senatrice ha espresso “grande soddisfazione”, parlando di “un passo avanti per concentrare benefici fiscali per le fasce più deboli”. Il beneficio viene rimodulato per i redditi fino a 35mila euro, viene dunque ristretta la platea inzialmente prevista fino a 55mila euro. L’ammontare complessivo del taglio resta invariato.

Viaggia verso il rinvio, invece il fondo nuovi stadi, dopo le proteste per la costruzione di altri edifici previsto dalla proposta. Se ne potrebbe parlare alla Camera. Avanza invece l’emendamento dei relatori che punta a fare cassa liberando dagli appositi depositi i veicoli custoditi da oltre 2 anni, indipendente dallo stato di conservazione. Per la vendita non importa che l’autovettura sia stata confiscata, basterà il sequestro o il fermo amministrativo (le cosiddette ganasce fiscali). In ogni caso, i veicoli che non riusciranno ad essere venduti saranno rottamati. L’emendamento fissa tempi precisi per la vendita e per i ricorsi dei proprietari.

Le altre modifiche della legge includono le elezioni per le quali un emendamento prevede schede più piccole e un taglio agli spazi gratuiti messi a disposizione dai comuni ai partiti per i manifesti elettorali con risparmi stimati in 44,5 milioni grazie a queste ed altre misure che tagliano una serie di incombenze amministrative nei seggi elettorali. Sale poi dall’1,5% al 2% dal 2014 l’imposta sul valore delle attività finanziarie detenute all’estero dagli italiani. Mentre sul fronte sanitario arriva l’anagrafe degli assistiti, l’Ana, che sarà istituita presso il ministero del Tesoro e il cui obiettivo è rafforzare gli interventi in tema di monitoraggio della spesa.

Prorogata, poi, l’attività di Equitalia. Le società del gruppo dovranno infatti effettuare la riscossione spontanea e coattiva delle entrate tributarie dei comuni fino a tutto il 2014. In pratica la norma che liberava il concessionario della riscossione dall’obbligo viene prorogata di un anno. Sull’attività degli agenti della riscossione, comunque, ci sarà anche l’occhio della Ragioneria che potrà chiedere interventi per migliorare l’efficienza.

Per la Guardia di Finanza, invece, arrivano 85 milioni in tre anni, per “l’ammodernamento e la razionalizzazione della flotta, anche veicolare”, con lo scopo di aumentare la capacità di contrasto “dell’evasione fiscale, delle frodi fiscali e dell’immigrazione clandestina”. Aiuto fiscale, invece, per le banche che hanno rivalutato beni o subito perdite sui crediti. Arriva per loro un credito d’imposta Irap ad hoc che consentirà di scontare dai tributi dovuti quanto anticipato se dalla dichiarazione Irap, a partire dal 2013, emerga un valore della produzione negativo.

Tante, infine, le micro misure che stanziano fondi. Come il rifinanziamento di 200 milioni per il 2014 del fondo gestito da Simest che eroga contributi in conto interessi a sostegno delle esportazioni; l’incremento di 10 milioni del fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità per ciascuno degli anni 2014, 2015, 2016 per finanziare il Piano d’azione contro la violenza sessuale e di genere; i 10,2 milioni in tre anni destinati alla minoranza slovena del Friuli-Venezia Giulia; i 150 milioni all’Anas (già approvato); i finanziamenti agevolati per le imprese ittiche; i 200 milioni a sostegno dell’export 10 milioni agli Lsu calabresi e 90 per Napoli e Palermo; l’assunzione presso Tribunali di civili prima impiegati per più di 12 mesi in basi militari (anche della Nato) ora dismessi o i 5 milioni di euro nel 2014 per la cura degli ulivi del Salento contro la Xylella fastidiosa, che provoca la sindrome del disseccamento e, infine, gli 8 milioni nel 2014 e 5 milioni all’anno dal 2015 al 2018 per “interventi urgenti per la messa in sicurezza, il restauro e il ripristino del decoro del Luoghi della memoria” relativi alla prima guerra mondiale.

Mira invece a rendere più “trasparente” il collegamento tra i risultati delle imprese partecipate e il bilancio delle amministrazioni locali partecipanti l’emendamento presentato dal governo in commissione Bilancio al Senato che vorrebbe responsabilizzare l’ente rispetto alle perdite registrate da società ed enti partecipati. “L’ente partecipante a fronte dell’emergere di perdite in capo alla società o all’ente partecipato” deve effettuare “un accantonamento di bilancio di pari ammontare – si legge nel testo – Tale accantonamento verrà reso nuovamente disponibile all’ente in presenza di un ripiano effettivo delle perdite, di una ricapitalizzazione della società partecipate o della dismissione e/o liquidazione di questa”.     A partire dal 2015 inoltre gli enti “titolari di affidamenti da parte di soggetti pubblici superiori all’80% della loro produzione” e che “nei 3 esercizi precedenti abbiano conseguito un risultato negativo” incorrono alla riduzione del “30% del compenso dei componenti degli organi di amministrazione”. Inoltre sarà possibile la revoca anticipata degli amministratori dopo perdite ripetute per due anni consecutivi. Quest’ultima norma non si applica, però, se le perdite sono dovute ad un piano di risanamento approvato dagli enti partecipanti.

Sullo sfondo, però, avanza una nuova spaccatura politica. In forma di dissenso con il governo, infatti, come prima mossa Forza Italia si sta astenendo da una serie di votazioni in commissione Bilancio al Senato. Per il regolamento di Palazzo Madama l’astensione equivale a un voto contrario.

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