I Benetton tornano a far cassa. Dopo la recente cessione di quote di Autogrill e World Duty Free con un incasso da quasi 340 milioni, è la volta di Pirelli. La famiglia di Ponzano veneto, che in questa fase è al centro di partite cruciali come il riassetto Alitalia e lo sviluppo dello scalo di Fiumicino attraverso la controllata Aeroporti di Roma, ha deciso di far cassa con l’emissione di un bond da 200 milioni convertibile in azioni Pirelli corrispondenti al 3,03% del capitale.

Una cifra importante corrispondente, giusto per avere un metro di paragone, a più della metà di quanto necessario per l’aumento di capitale dell’Alitalia (300 milioni) che, se andrà in porto, vedrà in prima fila l’intervento di Poste Italiane. Con questa mossa, realizzata dai Benetton, attraverso la controllata Schema34 e con la garanzia della holding Edizione, la famiglia veneta ridurrà all’1,6% la propria quota nel gruppo di Marco Tronchetti Provera. Senza peraltro pesare fortemente sull’andamento del titolo in Borsa come avrebbe fatto invece la scelta di una cessione in blocco della partecipazione sul mercato. Sarà infatti solo nel 2016 che le obbligazioni, con cedola dello 0,25% e un prezzo di conversione iniziale di 13,8554 euro (con un premio del 25% al di sopra del prezzo di riferimento di 11,0843 euro), andranno in scadenza.

A quel punto, l’emittente potrà decidere se corrispondere all’obbligazionista, al posto delle azioni, una somma in contanti o un mix fra le due soluzioni. Secondo alcuni operatori finanziari, l’uscita dal capitale di Pirelli era nell’aria dopo lo scioglimento in anticipo, alla fine di ottobre, del patto di sindacato. Per gli esperti di Equita un ulteriore 10% del capitale in mano a Unipol, Generali e Mediobanca potrebbe infatti presto essere ceduto. Ciononostante Mediobanca Securities ha ribadito il proprio giudizio positivo sul titolo indicando come prezzo obiettivo dell’azione 13 euro contro gli 11,03 (­0,45%) di mercoledì 20 novembre a Piazza Affari.

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