Perfino Consob interviene sui conti di Banca Carige. La Commissione di Giuseppe Vegas con una comunicazione inviata lo scorso 8 novembre ha reso noto di aver avviato un procedimento nella quale ha “formulato l’ipotesi di sussistenza di profili di criticità nel bilancio d’esercizio e consolidato della banca al 31 dicembre 2012, nonché nella relazione finanziaria semestrale al 30 giugno 2013”. La notizia è emersa contestualmente all’annuncio da parte dell’istituto ligure di una perdita di oltre 1 miliardo di euro per i primi nove mesi del 2013. Includendo le rettifiche agli avviamenti il risultato netto consolidato della banca genovese al 30 settembre è negativo per 1,3 miliardi.
L’ad di Carige Piero Montani ha cercato di gettare acqua sul fuoco spiegando che “la perdita importante con cui si chiude il terzo trimestre 2013 deriva principalmente dalle svalutazioni straordinarie in particolare sugli avviamenti. Percorriamo una strada virtuosa, già seguita negli anni passati dai più importanti gruppi bancari italiani con l’obiettivo di guardare al futuro con maggiore serenità”. Per Montani “da questo bilancio emergono anche segnali positivi soprattutto per la redditività del core business del gruppo. Nonostante il difficile momento generale, i dati relativi all’attività della nostra rete appaiono confortanti e rappresentano una solida base sulla quale costruire il futuro”. L’ex amministratore delegato della Banca Popolare di Milano, dalla quale è uscito in polemica nei giorni scorsi chiedendo un risarcimento da 2 milioni di euro, ha aggiunto: “Sono qui perché penso che si possano risolvere i problemi di Carige e penso che si possa fare un buon lavoro e ottenere buoni risultati”.
Entrando nel dettaglio dei conti, il risultato netto consolidato normalizzato al 30 settembre ha evidenziato una perdita di 139,1 milioni. In particolare, Carige, su richiesta della Consob, ha svalutato gli avviamenti, scesi da 1,77 miliardi a 131,9 milioni, con una rettifica negativa pari a 1,64 miliardi. Secondo la banca, l’impatto di queste svalutazioni ha effetti unicamente sul risultato di periodo e dell’esercizio 2013, senza riflessi negativi sulla redditività prospettica e sui profili di adeguatezza patrimoniale e di liquidità del gruppo.
In sintesi, le rettifiche di valore nette per il deterioramento di crediti e di altre poste finanziarie risultano pari a 415,1 milioni (135,8 milioni a settembre 2012): le rettifiche su crediti per cassa ammontano a 393,5 milioni (118 nei nove mesi del 2012), mentre sulle attività finanziarie disponibili per la vendita sono contabilizzate rettifiche per 13,7 milioni (20 milioni a settembre 2012) e, infine, le svalutazioni effettuate a valere sul portafoglio immobiliare del comparto assicurativo ammontano a 35,1 milioni. “Nonostante il difficile contesto economico – è stato il tentativo di rassicurazione della banca -, il risultato netto della gestione operativa ordinaria del periodo chiude in sostanziale pareggio”.
Con riferimento infine all’aggiornamento del valore della quota posseduta in Bankitalia che l’istituto sopravvalutava, Carige ha precisato che “la valutazione ha determinato una diminuzione sia dell’attivo che del passivo di 666,8 milioni, sulla base di una stima di 7 miliardi del valore complessivo delle quote di Banca d’Italia. Tale valutazione comporta impatti di natura esclusivamente patrimoniale senza alcun effetto sul risultato economico del periodo”.
Quanto alle contestazioni della Commissione di vigilanza, “la banca ha avviato un’analisi delle considerazioni della Consob con l’obiettivo di presentare le proprie osservazioni con riferimento principalmente al periodo di competenza delle rettifiche di valore”, hanno dichiarato Montani e il presidente Cesare Castelbarco. L’istituto intende così “prevenire l’insorgere di un’eventuale divergenza in ordine all’interpretazione e applicazione dei principi contabili, in segno di continua cooperazione con le autorità di vigilanza”.
Ancora possibilisti, invece, i toni rispetto alle precedenti richieste di Bankitalia che aveva sollecitato un rafforzamento patrimoniale di almeno 800 milioni di euro. Secondo Montani la banca sta infatti cercando di capire”se c’è bisogno” di un aumento di capitale e “di quanto dovrà essere”. “Lo avete scritto molte volte sui giornali che c’è bisogno di un aumento di capitale per banca Carige – ha detto Montani cercando ancora di spegnere il fuoco -. Io prendo atto di quello che avete scritto e sto studiando le carte per capire se è necessario. La situazione non è facile ma ci sono comunque segnali positivi, come ad esempio la raccolta diretta in linea con il resto del sistema e i conti aperti con un saldo di novemila nuovi clienti”.
l piano industriale ”saràsicuramente incisivo, questo è scontato”. Così Piero Montani dopo la presentazione dei conti dei primi nove mesi del 2013. GENOVA, 11 NOV – La razionalizzazione di BancaCarige e il taglio di sportelli sarà uno dei punti del piano industriale ha detto Montani dopo la presentazione dei conti. “Sui tempi del piano – ha aggiunto l’ad – devo ancora parlare con Banca d’Italia. Mi devo presentare e ne parleremo. Se bisognerà correre correremo. Vogliamo licenziare comunque un piano che abbia la possibilità di successo. Al mercato serve una quadro credibile e che possa essere attrattivo” ha aggiunto l’ad.