Non è ancora diventata legge, ma è destinata a far discutere ancora a lungo la proposta di modifica della legge sull’Opa avanzata dall’ex vicedirettore del Corriere della Sera, il senatore del Pd Massimo Mucchetti al momento in aspettativa dal giornale che, dopo l’ultimo rinvio, sta tornando sul tavolo del governo. La mozione, che arriva a tutelare i piccoli risparmiatori italiani che hanno investito in Telecom con qualche anno di ritardo e dopo tre passaggi di mano che hanno arricchito solo i soliti noti, chiede che l’Offerta pubblica di acquisto sia “promossa da chiunque acquisisca il controllo di fatto della società, qualora la partecipazione acquisita dia diritti di voto inferiori al 30% del capitale ordinario. Per controllo di fatto si intende il potere di nomina, con voto determinante in almeno due assemblee ordinarie, di amministratori che abbiano poteri tali da esercitare un’influenza dominante sulla gestione sociale”. L’emendamento prevede poi che “la Consob rediga un primo elenco delle società, nelle quali il controllo di fatto, viene esercitato con una partecipazione che da diritti di voto inferiori al 30% del capitale”. Elenco che si profila parecchio nutrito, vista la fitta presenza di capitalisti senza capitali a Piazza Affari, come ben sa lo stesso Mucchetti che ne ha parlato a ilfattoquotidiano.it, pur gettando acqua sul fuoco sulle ripercussioni che la sua mozione potrebbe avere sull’editrice del Corriere della Sera, il cui controllo da parte di molti soci uniti da uno storico patto è appena tramontato, mentre avanza l’azionista Fiat  di Cosimo Caridi

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