Piombino non deve chiudere!! L’altoforno non si deve fermare!!”. Questi gli slogan riportati sugli striscioni dei manifestanti che oggi in diecimila sono scesi in piazza a Piombino: operai, studenti, commercianti uniti nella lotta. 

Ma come fanno gli studenti a farsi strumentalizzare dagli adulti fino al punto da scendere in piazza per respirare più sostanze chimiche dannose alla loro salute?

E’ stata una scena inquietante che abbiamo già visto a Taranto, con la differenza che a Taranto c’erano solo gli operai armati di trombetta e panino gentilmente offerti dalla ditta: il resto della città non partecipava. Il resto della città riprese la piazza ad agosto dell’anno scorso dopo che alcuni lavoratori e cittadini “liberi e pensanti” fecero una pacifica irruzione in piazza mettendo in fuga i segretari di Cgil-Cisl-Uil.

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Ora qui a Taranto la penosa scena del corteo filo-aziendale non si ripeterebbe più: questa è la profonda differenza fra Piombino e Taranto.

A Piombino si leggono anche cose di questi tipo: “Legambiente circolo Val di Cornia, ha annunciato l’adesione e la partecipazione alla manifestazione a Piombino di giovedì 3 ottobre, indetta da Cgil, Cisl e Uil esprimendo la sua vicinanza ai lavoratori in lotta, dopo essersi da sempre occupata delle vicende dello stabilimento”.