A volte c’è un confine sottile che separa la gioia dal dolore. Così la gravidanza se vissuta in piena solitudine può trasformarsi in un labirinto, fatto di dubbi, insicurezze e parecchie difficoltà materiali. Per questo a Cesena è stato organizzato il primo corso pre parto in Italia specifico per donne single, vedove o separate. Un’iniziativa nata nell’ambito del progetto “Rossella: io e la mia mamma” dell’associazione “Genitori soli” di Sesto San Giovanni, realtà di volontariato che da nove anni offre supporto a chi si trova, per scelta o no, a crescere un figlio senza il partner.

Ospitato dal poliambulatorio Kimeya di Cesena, il corso è composto da sette incontri settimanali ed è gestito da Carmen Latorraca, giovane madre rimasta sola quando aspettava la sua bambina, che ha deciso di partire proprio dalla sua esperienza per dare una mano agli altri. Nel percorso a tappe, le future mamme potranno confrontarsi tra loro, ma anche chiedere consigli a un team di specialisti: psicologi, neuropsichiatri, ostetriche e legali spiegheranno come affrontare tutte le fasi della gravidanza e della maternità, dagli aspetti più pratici legati al quotidiano, a quelli psicologici, connessi al senso di abbandono e alla consapevolezza di vivere l’arrivo di un figlio in maniera diversa.

Rispetto a chi si avvicina al parto accompagnata dal compagno o dalla compagna, le difficoltà per le donne sole, infatti, si moltiplicano e viaggiano su diversi binari. “Ci sono prima di tutto problemi di solitudine, che possono derivare da un lutto oppure dall’abbandono, ma anche disagi legati all’accettazione, soprattutto per le gravidanze inaspettate” spiega Simonetta Crivellaro, responsabile del coordinamento delle attività dell’associazione Genitori soli, che in questi anni ha raccolto decine di testimonianze di ragazze madri, di vedove e di divorziate. “In questi casi è utile il supporto di un esperto, uno psicologo o uno psichiatra. Ma anche il confronto con mamme che hanno attraversato o stanno attraversando la stessa esperienza può essere un fattore importante, per aiutare a superare il momento, acquisendo fiducia in se stesse”.

C’è poi tutta una serie di ostacoli più concreti, che riguardano la vita di tutti i giorni, dal lavoro, alle agevolazioni fiscali, alle pratiche burocratiche da sbrigare quando si diventa madri. Perché nonostante in Italia le famiglie monogenitoriali siano in crescita (oltre il 12% secondo dati Istat del 2007) e rappresentino uno spaccato di società sempre più consistente, spesso il sostegno da parte dello Stato e delle amministrazioni locali non è adeguato. “Chi non è sposato, ad esempio, deve affrontare un lungo iter per il riconoscimento del bambino. Tutte procedure che andrebbero snellite”.

Oltre agli incontri pre parto, il progetto Rossella prevede anche una campagna di sensibilizzazione per chi lavora negli ospedali e nei consultori. “L’obiettivo è creare una rete di sostegno attorno alla mamma, in cui ognuno, dallo psicologo all’ostetrica, dia il suo contributo per prevenire o risolvere situazioni di disagio”. Ma anche un serie di consulenze online, per chi ha problemi di orari o abita lontano. Sul sito dell’associazione infatti presto verrà aperto uno spazio per quelle donne in dolce attesa che hanno bisogno di assistenza. “Avranno a disposizione psicologhe, avvocati, ostetriche e medici esperti dell’allattamento, che le aiuteranno a vivere questo momento più informate e consapevoli, e quindi più serene”.

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