a volte ritornano. O, meglio, forse non se ne sono mai andati dalla scena politica italiana. L’ultima conferma arriva dalle elezioni comunali in Campania. A Castellammare di Stabia ha vinto Nicola Cuomo, il nipote dell’ex ministro dell’Interno Antonio Gava, che fu capo di una potentissima corrente all’interno dello scudo crociato. Ad Avellino, invece, si è imposto Paolo Foti, il ‘delfino’ dell’ex vice presidente del Csm ed ex presidente del Senato Nicola Mancino: un ex democristiano che a 81 anni manovra ancora con mano ferma il Pd avellinese e ne ha designato il candidato sindaco, sconfiggendo l’uomo di un altro ex Dc di razza, l’ex premier Ciriaco De Mita, che praticamente da solo è riuscito a portare l’Udc Dino Preziosi al ballottaggio.

Sia Cuomo che Foti sono diventati sindaci in quota Pd e centrosinistra. Con un’accezione più marcata in Cuomo, leader una coalizione che comprendeva Sel e Idv, mentre ad Avellino i vendoliani non si sono alleati con i democrat e hanno lasciato libertà di voto al ballottaggio. Nicola Cuomo nel 1990, ad appena 30 anni, divenne capogruppo della Dc nel consiglio comunale stabiese. E contrariamente al figlio di Gava, Angelo, che nel 2010 si candidò nelle liste del Pdl per il consiglio regionale della Campania, alla dissoluzione della Balena Bianca intraprese un percorso politico di centrosinistra, che lo ha infine portato nella Margherita e nel Pd, di cui è segretario cittadino.

Si è candidato a sindaco dopo aver vinto le primarie contro l’ex assessore Nicola Corrado. Dopo un primo turno ‘balbettante’, concluso al 29%, alle spalle del candidato azzurro Antonio Pentangelo, Cuomo ha stravinto il ballottaggio, superando il 60% dei consensi. Sul suo rapporto con ‘zio Antonio’ e su questa parentela sempre ricordata, va citata a piene mani una bella intervista pubblicata due mesi fa sul Corriere del Mezzogiorno: “E’ stato difficile scrollarsi l’etichetta di nipote di Antonio Gava? No, anche se in realtà non ho mai lavorato per togliermela di dosso e non l’ho mai vissuta come un peso. Ma ho anche cercato di fare conoscere la mia personalità. Ovviamente c’è voluto più tempo”. E alla domanda se si può fare politica senza il clientelismo, il neo sindaco di Castellammare rispose: “Chi pratica il clientelismo dopo poco cade perché non riesce a mantenere le promesse”.

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