Treni che perdono pezzi, si arrugginiscono dopo pochi mesi e hanno problemi quando nevica. Ansaldo Breda, l’appassito fiore all’occhiello del gruppo pubblico Finmeccanica, non sta sicuramente facendo una bella figura in Europa. Al punto che il Belgio e l’Olanda hanno tagliato i ponti con la compagnia italiana e stanno cancellando tutti gli ordini, una commessa da quasi mezzo miliardo di euro che riguarda la fornitura di 19 convogli ad alta velocità Fyra V250, destinati a collegare Amsterdam e Bruxelles. Una mossa che mette a rischio migliaia di posti di lavoro negli stabilimenti di Pistoia e Reggio Calabria.

“I motivi addotti dai nostri clienti di sospendere la commessa sono illegittimi e strumentali”, ha dichiarato l’amministratore delegato di Ansaldo Breda, Maurizio Manfellotto, annunciando che la vicenda “può essere molto devastante a livello di immagine”. E ha aggiunto: “Non ci sottraiamo alle nostre responsabilità, ma desideriamo dimostrare che quelle principali sono attribuibili ai nostri clienti, che dall’inizio hanno avuto un atteggiamento inadeguato a una situazione complessa, che si è conclusa con l’assunzione di decisioni e posizioni che giudichiamo scorrette e illegittime”. La stessa Ansaldo Breda aveva fatto sapere nei giorni che sta “valutando ogni azione a tutela dei nostri interessi”, compresa un’azione legale contro Olanda e Belgio.

La doccia fredda per il gruppo italiano è arrivata lunedì scorso. Quando, seguendo quanto annunciato dal Belgio tre giorni prima, le ferrovie pubbliche olandesi hanno avvertito che smetteranno di utilizzare i treni italiani e cancelleranno gli ordini per quelli non ancora consegnati, lamentando diversi problemi tecnici. Un portavoce della Netherlands railways ha detto che la decisione porterà alla cancellazione dei sette treni ancora da recapitare, la cui consegna era prevista inizialmente nel 2007. Il treno in questione, lanciato in Olanda a dicembre 2012, ha sofferto di ritardi e cancellazioni e ha avuto gravi problemi con il freddo a gennaio.

L’azienda olandese ha inoltre incaricato un gruppo di esperti legali di trovare un modo per recuperare i 120 milioni di euro già pagati ad Ansaldo. “I test hanno dimostrato che continuare con i V250 sarebbe irresponsabile per i viaggiatori perché i treni sono completamente inaffidabili“, avvertono da Amsterdam, sottolineando che l’azienda italiana “non è stata in grado di rispettare un limite di tre mesi concordato per trovare una soluzione ai problemi tecnici”. I problemi con i treni erano evidenti fin da subito. Il 17 gennaio, un mese dopo l’arrivo dei primi Fyra V250, la compagnia olandese ha deciso di togliere tutti i treni Ansaldo dai binari e ha avviato un’indagine su larga scala. Le conclusioni a cui è arrivata devono ora essere presentate al ministro delle Finanze, Jeroen Dijsselbloem che è anche presidente dell’Eurogruppo, mentre i partiti all’opposizione hanno fatto pressione per aprire un dibattito pubblico sulla questione. Lo Stato olandese avrà quindi l’ultima parola sulla rinuncia alla commessa, mentre Dijsselbloem ha detto che è già stato organizzato un dibattito in Parlamento sulla questione.

Prima dell’Olanda, il 31 maggio scorso, la compagnia ferroviaria belga controllata dallo Stato, la National railway company of Belgium, aveva annunciato la cancellazione dell’ordine di tre treni ad alta velocità Fyra V250 (gli unici ordinati) e si era detta pronta a chiedere danni all’azienda italiana. Marc Descheemaecker, managing director delle ferrovie belga, ha dichiarato in una conferenza stampa che i 37 milioni di euro già pagati ad Ansaldo saranno restituiti tramite le garanzie bancarie previste dall’accordo. Oltre a questo chiederà i danni alla compagnia italiana per coprire gli interessi su quella cifra e altri costi, tra cui i treni sostitutivi. Descheemaecker ha poi elencato i difetti riscontrati: porte che non si chiudono, pezzi del treno che si staccano a causa del ghiaccio, un allarme acustico bloccato dalla neve, surriscaldamento della batteria, freni non adatti per l’alta velocità e ruggine che ha iniziato a formarsi dopo pochi mesi. E ha spiegato che Ansaldo ha identificato la causa di 26 “principali problemi”, ma ha trovato la soluzione solo per uno.

Con le accuse durissime di Belgio e Olanda non sarà certo facile per Finmeccanica liberarsi di Ansaldo Breda. Il gruppo italiano sta infatti da tempo cercando di vendere la controllata che in 6 anni ha accumulato perdite per 1 miliardo di euro. In prima linea, interessati da oltre un anno all’acquisto, sono i giapponesi di Hitachi, che starebbero valutando di entrare in possesso di almeno una parte di Ansaldo Sts, operazione cui è stata legata la cessione di Ansaldo Breda. Mentre la coreana Doosan sarebbe pronta a mettere le mani su Ansaldo Energia. D’altronde la situazione del gruppo pubblico della difesa già al centro degli scandali giudiziari, nonostante un miglioramento significativo, rimane pesante. Finmeccanica ha chiuso il 2012 con una perdita di 786 milioni (rispetto al rosso di 2,3 miliardi del 2011). E Ansaldo Breda ha terminato il 2012 con un risultato negativo di 181,5 milioni (da una perdita di 656 milioni del 2011). A fare i conti con la situazione saranno i nuovi vertici che il ministro Saccomanni si appresta a scegliere, mentre il test italiano dell’ultimo treno di Ansaldo, il Frecciarossa 1000 dedicato a Pietro Mennea, partirà nel 2015.

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