Il 58,8 per cento a favore del quesito A, il 41,2 per cento a favore dell’opzione B, ma la consultazione non vincolante è stata comunque un mezzo fiasco: hanno votato neanche uno su tre degli aventi diritto, 85.934, pari al 28,71 per cento. Flop per i democratici, flop per la città. “La scuola pubblica ha vinto il referendum – sottolinea il Comitato promotore Articolo 33 – nonostante una larga alleanza di forze politiche ed economiche abbia sostenuto l’opzione B con tutto il proprio peso. I cittadini, invece, hanno colto lo spirito democratico e propositivo di questo appuntamento e hanno difeso la scuola pubblica con il proprio impegno e la propria partecipazione, per rilanciarla come una priorita’ della politica. Un risultato – puntualizzano i referendari – del quale l’Amministrazione dovra’ tenere conto, a partire dal Consiglio comunale che entro tre mesi ha l’obbligo di deliberare in merito. Bologna non ci sta a lasciare fuori qualcuno dalla scuola pubblica e si riprende il suo ruolo di avanguardia, lanciando un messaggio al Paese: la scuola di tutti, laica e gratuita – conclude il Comitato – e’ un bene comune e deve rimanere un diritto come sancito dalla nostra Costituzione” di David Marceddu

 

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