Lui, Silvio Berlusconi,  torna a lanciare la sfida ai magistrati da Brescia, la città dove avrebbe voluto far ripartire da zero i processi milanesi, ma la Cassazione gli ha dato un due di picche.  Addirittura non si fa scrupolo di paragonarsi ad Enzo Tortora, condannato ingiustamente, e poi assolto.

La sua ammiraglia televisiva, Mediaset, fa la propaganda dura, mescolando mezze verità e menzogne. In prima serata manda in onda uno speciale che è tutto un programma “La guerra dei vent’anni di guerra. Ruby ultimo atto”: per dimostrare, a chi non può sapere, a chi non ha seguito i processi,   che  ‘Il dottore’, come in tanti lo chiamano nelle sue aziende, è un perseguitato dai magistrati. Un capro espiatorio che le toghe rosse vogliono fermare.. Alla faccia della pacificazione.  

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Anche solo le sequenze  del promo  andato in onda per giorni hanno già raggiunto l’obiettivo: chi non è informato, chi crede, e ha sempre creduto, che Berlusconi è vittima della giustizia, rafforza questa convinzione. Lo vede davvero come una vittima della Giustizia. E’ ovvio che chi vuole conoscere i fatti , o li conosce già, si fa una grassa risata, o si infuria ( dipende dal carattere).

L’apertura non poteva essere che Ruby, davanti al palazzo di Giustizia di Milano, sconvolta dalla sofferenza “provocata dai magistrati”  mentre dice di non aver mai avuto rapporti sessuali con Berlusconi. Va in onda anche un frammento della testimonianza al processo di  Gorgia Iafrate, la funzionaria della questura di turno la notte del fermo di Ruby, il 27 maggio 2010: “Di fronte a l decidere se lasciare in una condizione non sicura la minore e di fronte al decidere di lasciare la minore a una consigliera regionale (Nicole Minetti, ndr) ho ritenuto opportuno fare la seconda cosa”. Chi, ascoltando solo quelle parole non le darebbe ragione?

Peccato che spetta al magistrato dare disposizioni e alle forze di polizia eseguirle. Peccato che non c’era nessuna condizione “non sicura”,  era in Questura (sic!).

Peccato che  –come hanno testimoniato poliziotti e la pm minorile Annamaria Fiorillo– la prassi per una minore fermata è che si affidi a una comunità, a un parente, o che venga trattenuta . Non a una estranea come la Minetti, che poi la scaricò a casa della prostituta Michelle (c’è scritto nel  verbale firmato dalla polizia). Quella notte non c’era posto nelle comunità e quindi, ha testimoniato la pm Fiorillo al processo, diedi disposizione di trattenere la minore in Questura. “Non ho mai autorizzato l’affido a Nicole Minetti”.  

Si dice  che al processo ci sono  “ vittime” anche se “dicono di non esserlo”. E’ vero, molte dicono di non esserlo, ma Canale 5 non dice che le stesse ragazze al processo, di fronte ai bonifici,  hanno dovuto confermare di percepire da Berlusconi, imputato, 2500 euro al mese. Quanto sono attendibili? Non potevano mancare i numeri super gonfiati:  “33 processi, 2500 udienze” ecce cc. A causa dei magistrati che vogliono a tutti i costi “il colpevole”.

I processi, però, sono 17. Solo grazie alle sue leggi ad personam, ex Cirielli e depenalizzazione del falso in bilancio in testa,  Silvio Berlusconi da molti ne è uscito per prescrizione o perché il fatto non costituisce più reato.

 

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